Andato in scena l'ottobre scorso all'Opera di Roma, questo Rigoletto viene ripreso ora per cinque recite in cinque giorni: è un primo passo verso la creazione di un repertorio, come già qualche altro teatro italiano sta facendo. L'esperimento funziona: teatro pieno, molti applausi e tanti giovani in sala (finalmente si comincia a fare una politica dei prezzi per loro, altrimenti è inutile lamentarsi che sono pochi, con i biglietti a 130 euro). L'unica perplessità è che quest'allestimento scenico, nato nel momento più nero dell'Opera, è stato realizzato non solo con un budget ridotto all'osso ma anche - si direbbe - risparmiando sulle idee. Le scene di Federica Parolini più che povere sono brutte, soltanto alcuni tendaggi per dividere il palcoscenico in vari ambienti. Silvia Aymonino se la cava con costumi del primo Novecento, che ormai è la regola, ma funziona sempre. Leo Muscato ha un'idea: il Duca è circondato da cortigiani arroganti e volgari. L'idea non è nuova né ci sarebbe bisogno di mettere sui loro volti una maschera da maiale per farcela capire meglio. E comunque questo non basta a fare una regia. Molto migliore il versante musicale. Ottima la direzione di Gaetano d'Espinosa, che segue con grande flessibilità una partitura che si muove tra piani stilistici diversi, da toni quasi operettistici (la scena iniziale e tutti i cori dei cortigiani) a esplosioni di violenta drammaticità. D'Espinosa riesce a essere misurato ed elegante e allo stesso tempo a costruire una drammaticità intensa, profonda, mai melodrammatica in senso deteriore. È lui a dare spessore drammatico a un cast che ne difetta. George Petean ha voce bella e soprattutto la usa bene, ma non rivela particolari doti d'interprete. Irina Lungu ha acuti luminosi ma centri deboli e lo spessore del personaggio ne risente. Ivan Magrì inizia male, poi si riprende un po', ma restano alcune note aspre e sforzate, sintomi forse di un momento di cattive condizioni di salute. Buoni gli altri protagonisti (Marco Spotti e Anna Malavasi), ottimi i personaggi minori (Carlo Cigni - un Monterone di lusso - Marco Camastra e Pietro Picone).
Interpreti: Duca: Ivan Magrì/Yosep Kang; Rigoletto: George Petean/Giovanni Meoni; Gilda: Irina Lungu/Claudia Boyle; Sparafucile: Marco Spotti; Maddalena: Anna Malavasi; Monterone: Carlo Cigni; Marullo: Marco Camastra; Borsa: Pietro Picone
Regia: Leo Muscato
Scene: Federica Parolini
Costumi: Silvia Aymonino
Orchestra: Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma
Direttore: Gaetano d'Espinosa
Coro: Coro del Teatro dell'Opera di Roma
Maestro Coro: Roberto Gabbiani
Luci: Alessandro Venazzi