La cavalcata al petrolio

“Die Walküre” al Festival di Bayreuth

Recensione
classica
Bayreuth Festspiele Bayreuth
Richard wagner
23 Agosto 2014
Quasi un’associazione di idee lega l’immagine del distributore Texaco che chiudeva “L’oro del Reno” con l’Azerbaigian ancora rurale della prima corsa all’oro nero di fine Ottocento che apre “Walkiria”. Non è solo un salto spazio-temporale ma anche di coordinate drammaturgiche, che in “Walkiria” seguono una sequenza storica molto precisa, chiusa dal sabotaggio dei pozzi a Baku nel 1942 per impedirne la conquista agli aggressori tedeschi. Ci sono ancora proiezioni (più intonate al cinema d’avanguarda dell’epoca) ma il passo scelto da Castorf è più classico e la trama più lineare. Tuttavia l’insistenza sulla precisione storica sfiora talvolta il didascalico e alla fine scappa anche qualche isolato buh in sala, forse di qualche wagneriano tradizionalista per l’eccesso di simbologia veterosovietica nella cavalcata delle walkirie (qui autentico defilé di moda femminile russa attraverso varie epoche) al sonno di Brünnhilde. Si scoprono anche le prima carte del disegno drammaturgico di questo “Anello”: la fine dell’età dell’oro (nero) e la decadenza dell’umanità nei conflitti guidati dall’avidità. Non siamo, in fondo, così lontani dal pessimismo wagneriano. Interessante seguirne lo sviluppo. Anche musicalmente, Petrenko conferma la predilezione per un Wagner dai colori crepuscolare e dai toni sommessi. Grande pulizia sonora anche per “Valchiria” che sostiene efficacemente una distribuzione meglio assortita, con le prove superlative di Johan Botha, Anja Kampe e Kwangchul Youn salutati con ovazioni entusiastiche. Wolfgang Koch è “diversamente” Wotan, tutto giocato sull’introversione e poco incline al protagonismo. Catherine Foster non è certo la Brünnhilde ideale per via di un’emissione difficile e discontinua, ma funziona nel disegno dello spettacolo. Tutti festeggiatissimi.

Note: Produzione del Bayreuther Festspiele 2013. Date rappresentazioni: 28 luglio, 5, 11 e 23 agosto 2014.

Interpreti: Johan Botha (Siegmund), Kwangchul Youn (Hunding), Wolfgang Koch (Wotan), Anja Kampe (Sieglinde), Catherine Foster (Brünnhilde), Claudia Mahnke (Fricka), Allison Oakes (Gerhilde), Dara Hobbs (Ortlinde), Claudia Mahnke (Waltraute), Nadine Weissmann (Schwertleite), Christiane Kohl (Helmwige), Julia Rutigliano (Siegrune), Okka von der Damerau (Grimgerde), Alexandra Petersamer (Rossweisse)

Regia: Frank Castorf

Scene: Aleksandar Denić

Costumi: Adriana Braga Peretzki

Orchestra: Das Festspielorchester

Direttore: Kirill Petrenko

Luci: Rainer Casper (video: Andreas Deinert e Jens Crull)

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Jonas  di Carissimi e Vanitas  di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento

classica

Napoli: Dvorak apre il San Carlo

classica

Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.