Suoni di libertà

Roma: Pappano abbina il Prigioniero di Dallapiccola con spezzoni beethoveniani

Recensione
classica
Accademia di Santa Cecilia Roma
28 Aprile 2014
Antonio Pappano ha inserito Il Prigioniero di Dallapiccola in una cornice beethoveniana: prima il Fidelio, con l'aria di Florestano in catene nel profondo della segreta, poi gli ultimi due movimenti della Nona Sinfonia. Un modo per sottolineare tematiche comuni e soprattutto una comune tensione ideale e una comune concezione morale della musica. L'idea potrebbe sembrare audace, perfino bizzarra, ma questi pezzi, che Pappano esegue senza intervallo e senza nemmeno abbassare le braccia, si concatenano benissimo, nonostante siano separati da quasi un secolo e mezzo. In particolare è quasi inavvertibile il passaggio dal Prigioniero al terzo movimento della Nona. L'interpretazione che Pappano dà dei due movimenti di questa sinfonia è molto umana e concreta, coinvolgente: non principi astratti di un'umanità ideale, ma carne e sangue di noi uomini e donne. La vicinanza con questi vertici della musica di ogni tempo non riduce ma esalta l'opera di Dallapiccola (in realtà più che un'opera è una specie di cantata laica sul tema sacro per i laici della libertà, infatti la prima fu in forma di concerto alla Rai di Torino). Dallapiccola non offre certezze, non dà riposte ma fa appello alla nostra sensibilità, invita a immedesimarsi con la vittima, presenta la libertà come un miraggio cui l'umanità deve tendere, sebbene forse irraggiungibile, come uno spiraglio di luce che intravediamo da lontano. Il testo non è all'altezza della musica ma Dallapiccola va oltre quel che dicono le parole e infatti il canto non è qui all'altezza dell'orchestra. Pappano rivela un'orchestra vivissima, fatta di fremiti, guizzi, tensioni e colori sempre nuovi, in cui si scioglie quel tanto di rigido e aspro che in genere si attribuisce alla dodecafonica. Un po' affaticato Louis Otey (protagonista in Dallapiccola e baritono nella Nona), bene gli altri cantanti: Angeles Blancas Gulin, Rachel Willis-Sorensen, Andrea Baker e Stuart Skelton.

Note: concerti dedicati a Amnesty International - Sezione italiana

Interpreti: Louis Otey, Angeles Blancas Gulin, Rachel Willis-Sorensen, Andrea Baker, Stuart Skelton, Carlo Putelli, Antonio Pirozzi

Orchestra: Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Direttore: Antonio Pappano

Coro: coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Maestro Coro: Ciro Visco

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