Due voci per Britten

A Parma Devia e Zavalloni

 Devia e Zavalloni
Devia e Zavalloni
Recensione
classica
Orchestra Filarmonica Toscanini Parma
06 Dicembre 2013

Nell’approssimarsi alla chiusura di un anno così ricco di celebrazioni, convince il Benjamin Britten di Mariella Devia e di Cristina Zavalloni festeggiato all’ottava edizione della rassegna Nuove Atmosfere della Filarmonica Arturo Toscanini di Parma. Diversissime, ma ben calibrate nei loro generi, le due cantanti si sono offerte con generosa qualità al pubblico, affascinando. L’applauditissima Devia in Les Illuminations si è imposta in una dimensione intima e partecipata al testo evocativo di Arthur Rimbaud, suggerendone il significato, nota dopo nota, attraverso un accurato amalgama timbrico con l’orchestra, tanto che in più occasioni quest’ultimo è apparso come il prolungamento stesso della sua voce: respiri lunghi, parole ben scandite e suoni morbidi hanno accarezzato il fraseggio con estrema naturalezza, quasi lo scopo non fosse cantare, ma usare un’insolita tecnica di reading letterario. Con la ritmica e percussiva Phaedra che dalla morte attende la libertà, la Zavalloni conferma la sua tenace dedizione allo studio, delle partiture affrontate con rigorosa serietà e della sua personalissima tecnica vocale in crescente miglioramento: il corpo e la gestualità diventano parte di ogni suono prodotto teatralizzandolo e imponendolo, in bilico tra l’eccesso e la misura di un’audace e conforme modalità barocca. Jean- Luc Tingaud possiede un gesto asciutto e minimale (ammirevole perché non manierato), che compensa con una partecipazione musicale corporea all’esecuzione orchestrale (a slanci e inarcamenti progressivi della schiena corrispondono precisi movimenti dinamici); la Filarmonica Toscanini ha saputo seguire con efficace impasto le sue proposte interpretative dell’articolato programma. Nella Fantasia su un tema di Thomas Tallis di Ralph Vaughan-Williams la scelta di un’esecuzione lenta si è rivelata a vantaggio delle dinamiche e dei suoni lunghi delle parti espressive destinate ai solisti, ma a scapito della piccola orchestra staccata e disposta sull’apice superiore del palco, lontana spazialmente dall’orchestra centrale e dal pubblico. In Metamorphosen di Richard Strauss l’immagine di desolazione, sollecitata al compositore dai bombardamenti di Monaco e Dresda nel corso della seconda Guerra Mondiale, è stata offerta con persuasione malinconica attraverso un crescendo progressivo, quasi lirico, dell’elaborazione dei temi principali (difficile non cantare a bassa voce quello dominante a fine concerto).

Note: AUDITORIUM PAGANINI PARMA

Interpreti: MARIELLA DEVIA soprano CRISTINA ZAVALLONI mezzosoprano

Orchestra: FILARMONICA ARTURO TOSCANINI

Direttore: JEAN-LUC TINGAUD direttore

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.

classica

A Colonia l’Orlando di Händel tratta dall’Ariosto e l’Orlando di Virginia Woolf si fondono nel singolare allestimento firmato da Rafael Villalobos con Xavier Sabata protagonista 

classica

Jonas  di Carissimi e Vanitas  di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento