Manfred Trojahn intorno al 1980 era la bestia nera delle avanguardie. Era in buona compagnia, poiché la stessa sorte era toccata a Britten e Henze, ma lui aveva la colpa ulteriore di essere giovane e quindi più pericoloso, perché indicava un futuro che sarebbe stato non più moderno ma postmoderno. Ora il mondo è cambiato e Nuova Consonanza gli ha dedicato le giornate finali del suo cinquantesimo festival, con un workshop con gli studenti di composizione del Conservatorio "Santa Cecilia", un incontro con il pubblico e un concerto nella bella Sala Accademica del conservatorio stesso. Era in programma una novità assoluta, Le Ceneri di Gramsci, ampio lavoro in sei movimenti per baritono e piccola orchestra sulle sei parti del poemetto omonimo di Pasolini. In quei versi di quasi sessant'anni fa Trojahn riconosce chiaramente la stessa propria scelta eretica di allontanarsi dalla pura e nobile ideologia per gettarsi nell' "infido ed espansivo dono dell'esistenza". L'alleanza tra testo e musica è strettissima, ogni parola è nitidamente comprensibile e ben illuminata nel suo valore, ma la musica non è a rimorchio del testo e si muove secondo una strategia compositiva perfettamente calcolata. Le sei parti iniziano tutte con un declamato un po' freddo e tutte si accendono gradualmente ma rapidamente, dando spazio alle emozioni e raggiungendo infallibilmente climax molto coinvolgenti per tensione interiore o per esplicita drammaticità. Si riconoscono chiaramente l'ammirazione di Trojahn per Mahler e Britten e una quasi citazione di Rota (quando i versi evocano una Roma un po' felliniana) ma questa musica non dà la sensazione di un fastidioso polistilismo e segue un suo percorso coerente e motivato, raggiungendo un risultato indiscutibile. Esecuzione eccellente, affidata al bravissimo baritono Dietrich Henschel e al perfetto Ensemble musikFabrik diretto da Peter Rundel.
Note: Composizione commissionata dal Goethe-Institut con il contributo della Ernst von Siemens Musikstuftung.
Concerto in collaborazione con Goethe-Institut Rom, Conservatorio di Musica "Santa Cecilia", Accademia Tedesca di Roma Villa Massimo.
Interpreti: Dietrich Henshel, baritono
Orchestra: Ensemble musikFabrik
Direttore: Peter Rundel