Una intensa Marcia funebre ricordando Claudio
Roma:Pollini regala una serata emozionante dedicata alla memoria di Abbado.
Recensione
classica
L’attesa serata è iniziata con un commosso ricordo di Claudio Abbado da parte del Presidente dell’Accademia di Santa Cecilia, Bruno Cagli, e del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Al maestro e amico, Pollini ha voluto dedicare il concerto e, al momento dell’esecuzione della Marcia Funebre di Chopin, qualcosa di estremamente profondo e commovente è risuonato nella grande sala. Tutta incentrata sul compositore polacco, la prima parte si è splendidamente aperta col Preludio op. 45, forse uno dei brani dello Chopin più sognante, con quelle fluttuazioni armoniche poste a sorreggere una melodia quasi abbozzata. Sempre slanciata in avanti l’interpretazione che Pollini ha poi dato delle due Ballate op. 38 e op. 47, moderno nel non rallentare eccessivamente il sereno movimento iniziale della Seconda Ballata, dinamico nella Terza, grazie anche a un ricco uso del rubato. Nella Sonata op. 35 ha colpito la lettura quasi titanica dei passaggi più drammatici, mentre l’ultimo tempo è emerso enigmaticamente come da una nebbia sonora. Ancor più convincente il Debussy del I Libro di Preludi, nella seconda parte, complice fosse la richiesta di un pianismo ancor più raffinato timbricamente e meno impegnativo da un punto di vista di potenza sonora. Pollini ha interpretato la musica del francese con una chiarezza esemplare, passando con la massima naturalezza dalle sonorità diafane delle “Danseus de Delphes” alle diverse declinazioni che il vento conosce in questa raccolta: le sonorità quasi orchestrali de “Le vent sans la paline” e quelle tumultuose che contraddistinguono “Ce qu’a vu le vent d’Ouest”. Generosissmo l’applauso finale del pubblico, al quale il pianista ha poi regalato due perle chopiniane: l’esecuzione dello Studio che conclude l’op. 10 e della Prima Ballata.
Interpreti: Maurizio Pollini, pianoforte
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