Due volti di Wozzeck

Darmstadt celebra Büchner con Mafred Gurlitt e Alban Berg

Recensione
classica
Staatstheater Darmstadt Darmstadt
27 Ottobre 2013
Fra celebrazioni fragorose e ingombranti di questo 2013, rischiava di passare inosservata quella del bicentenario di Georg Büchner. Non è così per Darmstadt, distante pochi chilometri dalla nativa Goddelau, che ne celebra il genio precoce con una serie di eventi, fra cui la stimolante mostra curata dal meritorio Institut Mathildenhöhe che ricostruisce i suoi eterocliti interessi di “rivoluzionario con penna e scalpello” ma soprattutto la temperie culturale e politica dei suoi luoghi. In prima linea, lo Staatstheater ha aperto la propria stagione con l’integrale dei testi teatrali di Büchner e ha proposto una doppia serata con il “Wozzeck” secondo Alban Berg e Manfred Gurlitt. Occasione ghiotta per vari motivi: per la rarità dell’ascolto della preziosa composizione di Gurlitt, per l’inevitabile confronto con la pressoché contemporanea versione di Berg e per la stuzzicante ricognizione delle molteplici possibilità creative che gli straordinari frammenti drammatici del “Wozzeck” hanno prodotto nel corso di quasi due secoli. Strutturalmente più vicina all’originale e a umori musicali tardo-romatici, nell’esperta lettura registica di John Dew la versione di Gurlitt veniva presentata in una dimensione astrattamente storica e di taglio intimista. Di invenzione più libera e iconoclasta, l’opera di Berg prendeva corpo e ritmo grazie alle curatissime luci e le molteplici possibilità della tecnica avanzatissima del palcoscenico. Anche musicalmente le cose funzionavano grazie alla direzione di Martin Lukas Meister, attento alla dimensione cameristica in Gurlitt e sicuro nei rigorosi virtuosismi orchestrali di Berg. Adeguati i due cast vocali, che trovavano due ottimi protagonisti nel sensibile David Pilchmaier per Gurlitt e nel vigoroso Ralf Lukas per Berg. Accoglienza festosa.

Note: Nuova produzione dello Staatstheater di Darmstadt. Altre rappresentazioni: 2, 24 novembre; 1, 20 dicembre; 18 gennaio 2014.

Interpreti: [GURLITT] David Pichlmaier (Wozzeck), Anja Vincken (Marie), Thomas Mehnert (Hauptmann), Lasse Penttinen (Doktor), Minseok Kim (Andres), Oleksandr Prytolyuk (Tambourmajor), Gundula Schulte (Margaret), Juri Lavrentiev (Jude), Malte Godglück (Erster Bürger), Werner Volker Meyer (Zweiter Bürger), Aki Hashimoto (Sopranstimme), Anja Bildstein (Altstimme) [BERG] Ralf Lukas (Wozzeck), Joel Montero (Tambourmajor), Minseok Kim (Andres), Peter Koppelmann (Hauptmann), Thomas Mehnert (Doktor), Lucas Singer (1. Handwerksbursch), Lasse Penttinen (2. Handwerksbursch), Lawrence Jordan (Der Narr), Yamina Maamar(Marie), Anja Bildstein (Margret), Marco Schreibweiss (Mariens Knabe), Werner Volker Meyer (Ein Soldat)

Regia: John Dew

Scene: Dirk Hofacker

Costumi: José-Manuel Vázquez

Orchestra: Staatsorchester Darmstadt

Direttore: Martin Lukas Meister

Coro: Opernchor des Staatstheaters Darmstadt

Maestro Coro: Markus Baisch

Luci: John Dew, Dieter Göckel, Dirk Hofacker, Heiko Steuernagel

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Torino: inaugurazione di stagione con Le nozze di Figaro

classica

Saltata la prima per tensioni sindacali, il Teatro La Fenice inaugura la stagione con un grande Myung-Whun Chung sul podio per l’opera verdiana

classica

Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.