L'esperienza e la giovinezza
Festival Pontino: Virsaladze con il Mendelssohn String Quartet
Recensione
classica
Uno tra gli elementi che rendono diverso quel che sia scolta in un festival dai concerti che sentiamo tutto l'anno in città è il fascino dei siti in cui si svolgono. E allora iniziamo questa cronaca dall'Abbazia di Fossanova, un luogo magico, come l'altra sede principale del Festival Pontino, il Castello Caetani di Sermoneta: una chiesa in purissimo stile cistercense rimasta intatta dal Duecento, accanto un monastero con la cella in cui morì Tomaso d'Aquino, intorno un piccolissimo borgo fuori dal tempo. Nell'antica infermeria hanno suonato Elisso Virsaladze e il Mendelssohn-Liepzig Quartet, un gruppo giovanissimo, la cui età media non deve superare di molto i vent'anni, ad occhio. Lei, russo-georgiana. Settantenne, è una delle ultime rappresentanti ancora in attività della grande scuola di Heinrich Neuhaus. Loro, giovanissimi, sono due turchi - un ragazzo e una ragazza: lo specifichiamo per far capire quanto sia assurdo pensare che la Turchia torni al velo islamico - un'irlandese e un tedesco e hanno studiato tutti e quattro alla Musikhoschule di Lipsia, uno dei più blasonati conservatori d'Europa, fondato da Mendelssohn e a lui intitolato. La pianista e il quartetto, che sembrerebbero e sono molto diversi sia per l'età sia per le grandi scuole da cui discendono, hanno suonato due pezzi di una bellezza commovente, il Quartetto in sol minore K 478 di Mozart e il Quintetto in mi bemolle maggiore op. 44 di Schumann. L'esperienza della Virsaladse e il suo temperamentoso animo georgiano si sono non diciamo fusi ma bilanciati a meraviglia con una certa acerbità e timidezza del quartetto. In Mozart lei li ha coinvolti in un dialogo fitto, intenso ma anche giocoso, intimo ma anche teatrale. In Schumann li ha spronati a un suono più pieno, a ventate, tutto slanci fantastici e ripiegamenti sognanti. Li ha messi alla frusta nello Scherzo e nel Finale di Schumann, abbordati con tempi velocissimi, ma li ha sempre tenuti nei binari. Da parte loro i ragazzi ci hanno messo grande freschezza, voglia di imparare e quindi reattività a ogni suggerimento, un encomiabile senso della disciplina e del lavoro da fare con impegno e serietà. Un incontro felicissimo.
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