Wagner si vergognava del Rienzi, un po' come Verdi delle sue opere degli "anni di galera". Eppure abbiamo imparato ad apprezzare il Verdi prequarantottesco e dovremo fare lo stesso con questo Wagner, in cui non c'è (per fortuna?) l'apparato ideologico nibelungico ma c'è già il grande musicista, giovane, ambizioso e vorace di esperienze. Musicalmente non siamo lontani da Tannhäuser e Lohengrin e ci sono presagi anche dei drammi musicali successivi, sorretti qui da un'armonia meno rivoluzionaria ma comunque già audace.
Al di là di questi inevitabili confronti, Rienzi va giudicato per se stesso, cioè un magnifico grand-opéra, anzi il miglior grand-opéra di Meyerbeer, se ci si passa la battuta. Ci sono anche qui i grandi effetti ma più giustificati dal punto di vista drammatico e molto meglio costruiti sotto l'aspetto musicale, con soluzioni originali, coraggiose e già geniali: d'altronde, se si è un genio, lo si è già a trent'anni, non lo si diventa a quaranta o cinquanta. Ma c'è un problema: la lunghezza. E la soluzione non è quella scelta anche questa volta: tagliare. A denunciare i tagli è non tanto l'orologio (tre ore di musica sulle cinque originarie: oltretutto si finisce prima delle 23, in anticipo di quasi un'ora sull'orario abituale) quanto i salti nella storia e soprattutto i buchi che si aprono in molte scene, quando una tensione musicale magnificamente costruita e alimentata s'interrompe improvvisamente.
Edizione comunque pregevolissima. Stefan Soltesz padroneggia magnificamente la complessa partitura, seguito perfettamente da coro e orchestra. Validissimo protagonista Andreas Schlager. Splendida Angela Denoke che mette una grande intensità interiore in ogni nota e ogni gesto e veste magnificamente i panni di Adriano. Spettacolo nobilmente tradizionale: scenografia spettacolare, com'è nei canoni di Hugo de Ana, e regia inizialmente un po' bloccata e impacciata ma progressivamente più mossa e efficace.
Note: Nuovo allestimento
Interpreti: Andreas Schlager/Carsten Süss (Rienzi), Manuela Uhl/Carola Glaser (Irene), Roman Astakhov (Stefano Colonna), Angela Denoke/Chariklia Mavropoulou (Adriano), Ljubomir Puskaric (Paolo Orsini), Milcho Borovinov (Raimondo), Martin Homrich (Baroncelli), Jean Luc Ballestra (Cecco del Vecchio), Hannah Bradbury (un ambasciatore di pace)
Regia: Hugo de Ana
Scene: Hugo de Ana
Costumi: Hugo de Ana
Coreografo: Leda Lojodice (movimenti mimici)
Orchestra: Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma
Coro: Coro e Coro di Voci Bianche del Teatro dell'Opera di Roma
Maestro Coro: Roberto Gabbiani (Josè Maria Sciutto maestro del Coro di Voci Bianche)
Luci: Vinicio Cheli