L'energia della "Mahler"
Grande successo per il concerto finale della Settimana Musicale Senese con Daniel Harding
Recensione
classica
Un programma davvero impegnativo, che per oltre due ore ha trasportato il pubblico lungo 150 anni di musica, ha concluso ieri la Settantesima Settimana Musicale Senese. Finale atteso e spettacolare, con una Mahler Chamber Orchestra piena di energia, condotta da uno dei suoi direttori più amati, Daniel Harding. Nell’unica data della stagione estiva che quest’anno la Mahler ha concesso al pubblico italiano è stato proposto un programma titanico. Partendo dalla Settima sinfonia di Sibelius si è passati, con un balzo all’indietro nel tempo, al Concerto K 503 di Mozart, solista Paul Lewis; nella seconda parte invece l’Idillio di Sigfrido è stato seguito dalla Seconda sinfonia di Schumann: una vera maratona se pensiamo anche solo alla quantità di energie necessaria a sostenere la concentrazione così a lungo, che è stata percorsa però con la leggerezza dello scatto e che ha lasciato il pubblico in visibilio.
Il suono di questa orchestra è compatto, fluido, avvolgente; la Mahler è equilibrata in tutti i suoi settori e suona come un solo strumento nelle mani di Harding, il cui gesto elegante e misurato imprime una lettura sempre chiara e intensa, assolutamente rispettosa della partitura ma anche personale e riconoscibile. Se di Sibelius (autore che si trova sempre più spesso nelle sale da concerto negli ultimi tempi dopo un lungo oblio) ha colto l’energia vulcanica, magmatica che serpeggia nelle profondità della partitura esplodendo a tratti, di Mozart Harding ha dato una lettura classica, con tempi ampi che hanno messo in risalto il perlato e il tocco, in perfetto equilibrio tra pathos e ironia, di Lewis (che ha ricevuto ben tre chiamate dal pubblico ma non ha voluto concedere il bis). L’interpretazione sognante e fuor di retorica di Wagner ha dato il la al vero higlight della serata, la sinfonia di Schumann, in cui la Mahler ha trovato un suono originalissimo, restituendo appieno quella vena di follia che serpeggia in tutta la composizione e rendendola davvero ardente. Offrire come bis il Finale della Jupiter, dopo un programma così impegnativo, è stato un atto di generosità da grande orchestra. Il pubblico ha calorosamente ringraziato.
Interpreti: Paul Lewis, pianoforte
Orchestra: Mahler Chamber Orchestra
Direttore: Daniel Harding
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