Così farebbero oggi
Grande prova registica di Haneke nel "Così fan tutte" al Teatro Real di Madrid
Recensione
classica
È indubbiamente l'attenzione spasmodica al dettaglio del gesto attorale il punto di forza di questo "Così fan tutte". E non poteva essere altrimenti visto il peso di un personaggio come Michael Haneke, la cui intenzione si viene disegnando con grande ricchezza di sfumature nello spirito di un deciso realismo. Un'attenzione che egli sa rivolgere alla pagina musicale ed alle infinite implicazioni della scrittura mozartiana. La doppia collocazione temporale, con i personaggi vestiti sia con costumi settecenteschi che contemporanei, porta ad una visione prospettica, quasi strabica, delle tematiche dell'intreccio: da un lato con le categorie eterne della schermaglia amorosa, dall'altro con quelle proprie di una più moderna psicologia, accentuando di volta in volta sia i caratteri grotteschi che quelli drammatici. Impianto scenico classico, elegante, dell'interno di una villa con un'apertura su un'ampia terrazza da cui scaturisce, inizialmente, una quasi accecante luce meridiana che, smorzandosi progressivamente, scandisce fedelmente la sequenza temporale dello svolgersi della giornata. Lunghi silenzi caratterizzano poi il succedersi dei diversi interventi, a marcare a volte in maniera efficace il pathos drammatico e la tensione narrativa ma che probabilmente vanno a scapito di una tensione musicale, con frequenti dilatazioni. In tal senso la direzione di Cambreling, pur precisa e lineare, non si caratterizza per particolare colore o brillantezza dinamica. Cast di giovani, perfettamente calati nei ruoli, con un eccezionale impegno attorale e l'efficace apporto di un veterano come William Schimell in Don Alonso, in assieme e concertati ben calibrati ed intensi, applauditi con calore assieme al regista, reduce della premiazione dell'Oscar per il suo Amour.
Regia: Michael Haneke
Direttore: Sylvain Cambreling
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