Lucchesini mitteleuropeo
Roma:prima tappa del viaggio pianistico
Recensione
classica
Un programma decisamente impegnativo ha inaugurato il primo appuntamento di MittelEuroPiano, progetto proposto da Andrea Lucchesini al pubblico romano della IUC: Musica ricercata di Ligeti, la Sonata di Bartok e la Sonata in si minore di Liszt. L’idea di fondo del progetto è quella di legare con un filo rosso geografico composizioni di autori e momenti storici differenti: si è partiti da Budapest, città a cui tutti e tre i compositori in programma sono biograficamente legati; la prossima tappa, il 19 gennaio, approderà a Vienna. Buona l’idea, fortunatamente sempre più diffusa, di dire due parole al pubblico prima del concerto; non tutti riescono a farlo ma l’interprete toscano si è dimostrato all’altezza del compito, anche di fronte al diffidente pubblico dell’università. La cifra dominante nel pianismo di Lucchesini, che ha spiccato il volo nel lontano 1983 dopo la vittoria al concorso Dino Ciani, è senza dubbio un’estrema lucidità e consapevolezza, supportata da una solidissima tecnica che gli permette di affrontare programmi così impegnativi quasi senza battere ciglio (e letteralmente Lucchesini non si agita, non si dimena romanticamente alla tastiera ma resta quasi immobile, sempre concentratissimo anche nei passaggi più complessi). Se nel suo Ligeti il gioco intellettualistico ha prevalso, delineato con rigore e controllo assoluto, la Sonata di Bartok ha rivelato un’ eccellente padronanza tecnica capace di imbrigliare l’energia selvaggia di questa composizione dalle aspre sonorità novecentesche, con grande distacco e ineccepibile lucidità. Antiromantico il suo Liszt; la razionalità già apprezzata in Ligeti è strumento attraverso cui pacificare il dramma di questa sonata così anticonvenzionale, approdando ad una visione sempre presente a se stessa e venata di malinconia.
Interpreti: Andrea Lucchesini
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