Mehldau neo-cool
In trio a Ferrara per il Bologna Jazz Festival
Recensione
jazz
Curioso che il Bologna Jazz Festival si inauguri a Ferrara, ma la bellezza del teatro, la perfezione del suono e il tutto esaurito hanno più che giustificato un’apertura in grande spolvero. Dall’attacco di “Hey Joe” si è compresa la direzione del trio: energia trattenuta, sottili cambiamenti di dinamica, preziosità di colori, tensione costante e sottopelle, interplay ai massimi livelli. Una dimensione neo-cool, si potrebbe dire, scaturita dal repertorio del disco [i]Where Do You Start[/i], incardinata sui contrappunti tra mano destra e sinistra del piano e il dialogo fitto, brulicante di dettagli, con basso e batteria. In effetti mentre Mehldau gioca a togliere, Grenadier e Ballard (entrambi in stato di grazia) aggiungono aria, respiro, in un gioco integrato che lascia ammirati per le minuzie, la leggerezza, il relax.
Tanta meraviglia non sempre fa scattare, almeno in chi scrive, il senso di un’autentica motivazione. A volte si ha l’impressione di trovarsi davanti a una formula, altre volte Mehldau sembra confinarsi in una certa uniformità di colore. Ma in un paio di momenti in solitudine il pianista ha saputo liberarsi ad altezze notevoli: nella ingegnosa introduzione ad “Airegin” di Rollins (giocata sul mordente iniziale del tema) e nella stupefacente cadenza di “Where Do You Start” che, estesa per quasi metà del brano, lascia intravvedere un diverso bilanciamento formale del trio.
Interpreti: Brad Mehldau: pianoforte; Larry Grenadier: contrabbasso; Jeff Ballard: batteria.
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