Dopo il post punk
A Livorno, The Ex con Brass Unbound (e ospite Roy Paci)
Recensione
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Dopo la defezione del vocalist e cofondatore G.W. Sok, il futuro della band olandese paladina del post-punk d'avanguardia non era certo scontato. E se il disco del 2011, [i]Catch My Shoe[/i], aveva fatto ben sperare, fa piacere vedere ora i The Ex sul palco del Cage di Livorno in una forma tanto smagliante. Quando poi Terrie Hessels, Arnold de Boer e Andy Moor accennano i primi riff sulle loro chitarre, si intuisce subito che il concerto prevederà ben poche concessioni al sistema temperato. A confermarlo, oltre al muro di suono sostenuto dalla batteria martellante di Katherina Bornefeld, è la potente e disturbante sezione di fiati composta da Mats Gustafsson e Ken Vandermark ai sax, Roy Paci alla tromba e Wolter Wierbos al trombone. Del resto, se per qualcuno vedere il nome del trombettista siciliano di “Toda joia, toda beleza” tra gli ospiti della serata poteva far pensare a un “ammorbidimento dei toni”, il gruppo olandese dimostra ancora una volta che collaborazioni all'apparenza più audaci (una su tutte quella con il musicista etiope Getatchew Mekurya) possono accentuare in modo naturale il carattere rumoroso, travolgente e ipnotico delle composizioni. Il pubblico ne è rapito ed è completamente immerso in questo impasto di suoni estremi, epici e al tempo stesso ballabili, che trasformano una scaletta ben dosata tra pezzi storici e alcuni nuovi brani, in una scalata rituale verso una trance ideale, in cui il punk si mescola tanto a ritmi africani che a melodie orientali da post-Comunismo. Senza tralasciare venature autoironiche di rock'n'roll. A dimostrare che per i The Ex, dal 1979 a oggi, una cosa di certo non è cambiata: l'idea di una musica da pensare in divenire e senza frontiere.
Interpreti: The Ex - Brass Unbound - feat. Roy Paci
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