Una novità assoluta di Cherubini
A Perugia la cantata Amphion del 1786, mai eseguita prima d'ora
Recensione
classica
La riscoperta di musiche del passato mai eseguite in epoca moderna non è rara, ma è assolutamente insolito poter proporre la prima assoluta d'una composizione d'un grande come Luigi Cherubini: questo colpo è riuscito alla Sagra Musicale Umbra, che ha presentato Amphion, ou l'Alliance de la Musique à la Maçonnerie, una cantata massonica scritta nel 1786 per la Loge Olympique di Parigi ma mai eseguita. La destinazione era prestigiosa e il testo era stato scritto (ma l'attribuzione non è certa) da un personaggio in vista come Mirabeau, quindi Cherubini, che aveva ormai quarantasei anni e non era più un pivellino, deve avervi visto un'occasione importante per affermarsi nella capitale francese. Questo non è dunque un semplice pezzo d'occasione ma un lavoro importante, in cui il compositore profuse grande impegno. Già dalle prime battute si ha una sorpresa, perché vi si riconosce in nuce l'ouverture dell'Anacréon, la più grande pagina sinfonica di Cherubini, di potenza straordinaria, che è scontato definire beethoveniana. Ma il vertice si raggiunge nella seconda parte, con l'aria per tenore e un coro con tenore solista, pagine frementi di fervida tensione ideale, che infonde linfa vitale al retorico ottimismo del testo. E poi l'entusiastico coro finale, un po' esteriore ma di grande effetto. Nella bella esecuzione del tenore Andreas Karasiak e dei complessi corali e orchestrali della Kolner Akademie, diretti da Michael Alexander Willens, questa cantata è stata accolta da un successo non scontato, con applausi ritmati e richieste di bis (esaudite).
Prima si erano ascoltate tre pagine massoniche di Mozart quasi altrettanto rare, che non molti possono dire di aver ascoltate in concerto: un'insolita versione con coro della Maurerische Trauermusik e le Cantate K 471 e 623.
Interpreti: Andrea Karasiak e Jan Kobow, tenori; Thilo Dahlmann, basso
Orchestra: Kölner Akademie
Direttore: Michael Alexander Willens
Coro: Kölner Akademie
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