Le note giuste del bandoneón
Al Parco della Musica il fascino dell'America latina nel trio di Dino Saluzzi
Recensione
jazz
Presentarsi con la semplicità e l'intensità di chi porta la voce di una cultura lontana, quella - come ha ricordato personalmente - dei popoli delle Ande, per dar vita a uno spettacolo per palati raffinati e lontani dalle suggestioni del consumismo musicale. È quanto ha fatto ieri sera Dino Saluzzi, sul palcoscenico della Sala Petrassi di fronte a un pubblico attento anche se non particolarmente numeroso, suonando in trio insieme al fratello Felix, impegnato col clarinetto e col sassofono, e alla brava violoncellista Anja Lechner. Col suo bandoneón ha portato il profumo del tango argentino e della milonga, rileggendo pagine di autori come Gardel e de Caro, sempre in modo libero, esaltando quell'immediatezza, quella "sincerità" che l'arte dei suoni possiede intrinsecamente, come ha sottolineato rivolgendosi più volte al pubblico per evidenziare come anche la "nota sbagliata" faccia parte dell'umanità del buon esecutore. Note sbagliate in verità non ce ne sono state, e il trio, un brano dopo l'altro, ha giocato sull'espressività delle melodie latine, sui vigorosi accenti ritmici che scandivano alcune composizioni, sul fascino degli stessi strumenti usati: l'estro, anche improvvisativo, di Saluzzi - i suoni sembravano sgorgassero con facilità dalle sue stesse dita - ha trovato degna risposta da parte della Lechner, agile nel seguire il maestro pure attraverso complessi percorsi armonici, e da parte dell'altro Saluzzi, forse un po' penalizzato dal non ottimale equilibrio dell'amplificazione, specialmente quando con molta delicatezza univa il suo clarinetto alla voce degli altri due strumenti.
Interpreti: Dino Saluzzi, bandoneón; Anja Lechner, violoncello; Feliz Saluzzi, clarinetto e sassofono.
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