Il profumo del basilico

La sensualità del Mediterraneo nei canti in lingua grica di Montinaro e Fedele

Recensione
classica
Roma Sinfonietta Roma
22 Aprile 2012
Canti di pianto e d’amore dall’antico Salento è il titolo della raccolta di versi che Brizio Montinaro ha pubblicato nel 1994 in lingua grica, l’antica lingua della parte più meridionale della Puglia. Sono storie fatte di sentimenti forti, fitti nel profondo di ciascuno di noi: l’amore, per una donna, per i propri figli, per il proprio popolo; la paura della morte, esorcizzata in uno spavaldo attaccamento alla vita; il sorriso della giovinezza che è paga della propria bellezza. Ivan Fedele, che vi aveva già lavorato tessendo intorno a queste parole un quartetto d’archi, ha ora ampliato l’organico proponendo al pubblico romano ieri sera una nuova versione per voce, percussioni ed orchestra d’archi, commissionata ed eseguita dall’Orchestra “Tito Schipa” di Lecce. Dinanzi ad una platea estremamente attenta e partecipe tra cui spiccavano parecchi compositori e critici, la composizione di Fedele ha ricreato il mistero e la sensualità di un giardino del sud, in cui il profumo del basilico, più volte evocato nel testo, si mescola alla versatile suggestione sonora degli archi che ora sono un frinire di cicale, ora un volo di calabroni, ora un pianto che scivola lentamente nella spirale del dolore e dello struggimento per ciò che si è perso, ora l’ansimare ondeggiante del mare in lontananza, mentre scorrono le parole di una lingua che ormai non comprendiamo ma la cui dolcezza ci è familiare. Ottima performance della soprano Valentina Coladonato, misurata e intensa, espressiva ed equilibrata anche nelle Trois Ballades de Francois Villon di Debussy che facevano parte del programma, insieme alle Gymnopedies n.1 e 3 di Satie. Ha concluso il concerto strappando al pubblico entusiasti applausi la suite sinfonica che Marcello Panni ha tratto con intelligenza e sensibilità dalla Tosca.

Orchestra: Orchestra Snfonica "Tito Schipa"

Direttore: Marcello Panni

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