Libero, nostalgico e fedele a se stesso
Wayne Shorter al Teatro Valli di Reggio Emilia
Recensione
jazz
Nell’ambito del Festival Aperto, e nel quadro del tributo offerto alla figura di Miles Davis da parte di questa rassegna, il Teatro Valli di Reggio Emilia ha accolto Wayne Shorter – artista tra i testimoni della “svolta elettrica” del trombettista americano, affiancato da Danilo Perez al pianoforte, John Patitucci al contrabbasso e Brian Blade alla batteria.
Un quartetto che ha dato prova di estrema affinità con il sax di Shorter, lanciato fin dal primo brano in una indagine free nutrita di palese nostalgia per un passato espressivo ricco di rimandi, ma legato a doppio filo con certe atmosfere sperimentali oggi sovente incastonate in un catalogo stilistico assodato.
Un panorama, quello offerto nel corso di questo concerto, che, lungi dal proporre – se non per rare suggestioni – ricordi legati allo Shorter della ricca stagione dei Weather Report, indaga brano dopo brano il repertorio legato a dialoghi dallo sviluppo estemporaneo, costruiti con maestria tecnica ora su cellule melodiche decantate e pregnanti, ora su scarti ritmico-armonici dove il continuo e sapiente ricamo di Patitucci si incontra (e scontra) con il veemente virtuosismo di Blade, batterista dall’estrema – e a tratti eccessiva – escursione dinamica. Il tutto annodato con paziente lucidità dal pianoforte di Perez, capace di riportare ad un comune denominatore armonico anche gli scarti più frammentati di un Wayne Shorter che appare impegnato a confermare le intuizioni creative che hanno segnato il suo percorso artistico fino agli ultimi anni. Un tracciato che non ha mancato di scaldare il pubblico presente, che ha salutato con calore il sax nostalgico di Shorter.
Interpreti: Wayne Shorter, sax Danilo Perez, pianoforte John Patitucci, contrabbasso Brian Blade, batteria
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