La voce incanta il pianoforte
Inedito incontro tra Cristina Zavalloni e Jason Moran a Reggio Emilia
Recensione
jazz
Artista dal talento multiforme, Cristina Zavalloni riesce a trovarsi a proprio agio in ognuna delle piccole o grandi nicchie stilistiche che compongono il ventaglio espressivo della vocalità contemporanea. Dal canto suo, Jason Moran mette nel suo pianismo un mondo che appare come un denso crogiuolo di rimandi miscelati attraverso uno stile dalla riconoscibile connotazione newyorkese. Il confronto di queste due personalità ha dato adito a un progetto inedito, presentato in prima assoluta sul palcoscenico del Teatro Ariosto per il festival Aperto e concretizzato in una serie di interpretazioni in cui la cantante ha saputo dare spazio a un’espressività vocale efficace e naturale, coinvolgente anche nel ripercorrere quelle alchimie tecniche che, dal mondo musicale “colto” degli anni Sessanta-Settanta sono arrivate ad abitare le diverse aree stilistiche della musica contemporanea. Una voce, quella della Zavalloni, sempre spontaneamente “teatrale”, che ha rivestito atmosfere scaturite da sue composizioni originali (tra le altre citiamo l’intensa “Hélas”, dal poema di Oscar Wilde) all’arte di Charlie Mingus per poi ritrovarsi al centro della coinvolgente interpretazione del brano “Love is a losing game” di Amy Winehouse, dove Moran al Fender Rhodes distillava gli intrecci ritmico-armonici con il suono liquido-metallico tipico di questo strumento. Un percorso in cui lo stesso pianista ha potuto esprimere la sua visione tipicamente armonica della musica, raccolta in impasti densi di accordi materici e cangianti, coinvolgenti quando non esteticamente indulgenti. Un dialogo, infine, fresco e originale, apprezzato con calore da un pubblico che meritava di essere più numeroso.
Interpreti: Cristina Zavalloni (voce) Jason Mora (pianoforte)
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