Festa abnormale
La presentazione a Rivoli del secondo cd degli Abnoba
Recensione
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Fu Franco Lucà a costringerli letteralmente a proseguire il loro percorso artistico, e non poteva che essere l'Auditorium Franco Lucà alla Maison Musique ad ospitare la presentazione del loro secondo album "Abnormal". Titolo che rispecchia bene la doppia anima del collettivo piemontese-valdostano Abnoba: da una parte la tendenza a non prendersi mai troppo sul serio, dall'altra una tecnica esecutiva e una esuberanza compositiva incontenibili. La serata si preannuncia subito come una festa: molti ospiti si alternano e si mescolano agli Abnoba sul palco: sono gli stessi del cd, ma dal vivo gli spazi possono dilatarsi in allegria. Ed ecco allora Gregory Jolivet riuscire nella titanica impresa di tenere il pubblico appeso a un filo per una mezz'ora di ghironda in solo (!): il virtuoso dei Blowzabella è una specie di Van Halen del proprio strumento, e non passa certo inosservato. Un altro ospite tecnicamente ineccepibile, Paolo Bonfanti, rovescia il suo luccicante blues acustico senza la minima parsimonia genovese. Il pubblico però è tutto lì per gli Abnoba, e i sette non deludono. Rispetto all'esordio c'è più musica tradizionale, merito soprattutto di Vincent Boniface e Simone Bottasso, ma il trattamento riservato è quello che ci si aspetta: molto funky, momenti anni Settanta (chi ci sente gli Area, chi coglie i Gentle Giant) e quel dualismo ritmica-solisti che è ormai il loro marchio di fabbrica. Il trittico basso-batteria-synth sostiene l'altra triade sax-organetto-cornamusa, con licenza di utilizzare in ogni modo i vorticosi temi delle lunghe suite. Chi della musica apprezza il cuore e l'emozione non resterà indifferente ai pezzi più "soft" e ragionati di Abnoba; chi cerca il gesto tecnico, il guizzo, la sorpresa ha parecchio materiale per stupirsi.
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