L'angelica voce di Arvo Pärt
A Roma il primo concerto della rassegna "Diario dell'anima"
Recensione
classica
Affascina sempre l'ordito celestiale della musica di Arvo Pärt e qui a Roma, nel concerto inaugurale della rassegna "Diario dell'anima" a lui dedicata, il pubblico del Parco della Musica ha potuto accostarsi anche a momenti inediti della sua produzione. Per il festival che vede la collaborazione della Fondazione Musica per Roma, Accademia di Santa Cecilia, Accademia Filarmonica e Istituzione Universitaria dei Concerti, il compositore estone - presente ieri in sala - ha preparato diverse nuove versioni di suoi lavori. In prima esecuzione erano i "Zwei Wiegenlieder" e "Spiegel im Spiegel", appositamente ripensati per il PMCE (Parco della Musica Contemporanea Ensemble) - è la prima volta un cui Pärt affida a un ensemble italiano un simile compito - che ha duttilmente seguito la sensibile ed esperta guida di Tõnu Kaljuste. La voce di Arianna Savall fluttua seducente tra le trame degli archi e tocca le corde più immediate dell'animo umano nei Wiegenlieder, brano dal sapore folclorico, mentre è il flauto basso di Manuel Zurria a dare nuova affascinante sostanza sonora a "Spiegel im Spiegel", opera del 1978 che arriva a Roma dopo l'ennesima metamorfosi nella fucina dell'autore estone. Nell'impasto degli strumenti ad arco o nel magnetico vortice delle percussioni - cui era affidata la prima esecuzione italiana della versione, appunto per quattro percussioni, di "Fratres" - l'intero programma ha confermato tutta la sapienza di Pärt nella ricerca di proprio originale percorso compositivo, dove la tradizione polifonica convive con la tecnica dodecafonia e il cosiddetto "stile tintinnabulum" si sposa con le seduzioni dell'armonia triadica.
Note: Programma: Summa Zwei Wiegenlieder Spiegel im Spiegel Scala Cromatica Mozart Adagio Es sang vor langen Jahren Fratres (Schlagzeuger) L'Abbé Agathon
Interpreti: Arianna Savall, voce PMCE (Parco della Musica Contemporanea Ensemble)
Direttore: Tõnu Kaljuste
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