Inventiva dell’invettiva
Chiara Guidi urla “Ingiuria” con Balanescu e Bargeld a Torino
Recensione
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Chiara Guidi è una delle voci più articolate ed estese del nuovo teatro italiano: dalla Socìetas Raffaello Sanzio si protende verso percorsi personali, come questo “Ingiuria” (a Torino per “Prospettiva”, il festival dello Stabile, coordinato con l’imminente festival di musica elettronica Club to Club) dove microfonatissima scolpisce frammenti di testi di Claudia Castellucci, parole di strega vecchia suadente o furiosa (se non le dai retta); sussurra, grida, urla, maledice, si placa, si ritrae nell’ombra lasciando lo spazio sonoro alla musica di Teho Teardo bassista elettronico, con le guest star Alexander Balanescu al violino e Blixa Bargel (Einsturzende Neubauten!!!) alla voce, nascosta dietro il suo proverbiale ciuffone di ragazzone industriale di mezza età. Sono cinquanta minuti in cui “suono ritmo e intonazione della voce hanno più importanza delle parole stesse. La voce come strumento martellante per polverizzare e trasfigurare le parole fino a scagliarne le sillabe dalla glottide per colpire”; effettivamente, non c’è altro teatro, in “Ingiuria”, che tutto il teatro gesto escluso, ovvero spazio, tempi, silenzi, parola. Quando non hai ancora capito se offenderti o prendere a urlare anche tu come una creatura selvaggia (“che cominci il grande putiferio!”, scriveva Maurice Sendak), il tutto è finito.
Interpreti: Chiara Guidi, Teho Teardo, Klixa Bargeld, Alexander Balanescu
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