Le arie notturne dei Fratelli Mancuso

Sarzana: a “Sconfinando” nuovi canti con Marco Betta

i Fratelli Mancuso (foto Giordano Benacci)
i Fratelli Mancuso (foto Giordano Benacci)
Recensione
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Festival Sconfinando Sarzana
16 Luglio 2009
“Mari notturni” è un omaggio al mare, alla notte, alla luna, ai lamenti e agli amori della Sicilia. Enzo e Lorenzo Mancuso, che sembrano gemelli per il loro vivere con naturalezza la potenza della fraternità, da decenni condividono sorte di vita e esperienze musicali: da quando emigrarono in Inghilterra per lavorare come operai metalmeccanici per otto anni, ai giorni dell’apprendimento autodidatta di chitarra, harmonium indiano, oud, ghironda provenzale, saz baglama, viella, darabouka, daf con cui accompagnano i canti tradizionali dei carrettieri come le loro nuove composizioni, che non vogliono siano definite “world”, anche se sono molto più che siciliane e arabo-andaluse. Al festival “Sconfinando” di Sarzana i Mancuso hanno invitato il compositore palermitano Marco Betta, e le visioni cinematografiche e teatrali di Roberto Andò (che potere straniante e surreale hanno quelle sequenze dell’uomo e del cavallo bianco tra le rovine della Chiesa dello Spasimo a Palermo!) , per spettacolarizzare un pochino un concerto di laica spiritualità, di virile dolcezza, di delicato rimpianto, "struggimentu, maraviglia o fragili armonia". “Nesci Maria” è una serenata, uno dei nuovi canti siciliani più lunari dei Mancuso: “Esci, esci Maria, affacciati ora, se non ti vede il cielo s’abbuia, l’oscurità scende, l’anima pena se non può vedere la tua figura”.

Interpreti: Enzo e Lorenzo Mancuso

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