Per chi suona il violino tzigano?
Deludente "incontro" tra musica contemporanea e fanfara balcanica
Recensione
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Si incontrano su un ipotetico binario il tecnicamente dotatissimo ensemble del finlandese Kristjan Järvi e la fanfara di Goran Bregovic; tra i due il sestetto di voci maschili che accompagna spesso il chitarrista di Sarajevo; il concerto, promosso da Torino Spiritualità, è diviso in tre movimenti dedicati a tre differenti profeti di altrettante correnti religiose (cattolici, ortodossi, musulmani). La partitura è studiata per alternare le due orchestre, mentre il coro funziona da "battitore libero" e il violino brucia l'archetto con virtuosismi costanti - alternati da momenti di rarefazione sonora assoluta. Il risultato di tutto ciò non risponde però alle aspettative del folto pubblico. La partitura è nervosa, romanticamente schizofrenica. Temi cantabili o riconoscibili, normalmente pezzo forte della musica di Bregovic, sono completamente assenti, crocifissi dalla frenesia del rimpallo tra le orchestre. Le evoluzioni del violino, ora virtuoso all'eccesso ora piangente come codice balcanico imporrebbe, troppo spesso galleggiano nel nulla. Le bordate atonali dell'ensemble nei momenti più agitati, sotto il piglio funk della batteria, suonano come barocchismi scontati. Dei tre movimenti, il secondo è quello più azzeccato nella sua marcia luciferina e goliardica guidata dalla fanfara.
Interpreti: Goran Bregovic Wedding and Funeral Band: Gypsy Brass Band; Sestetto di voci maschili; Goran Bregovic, chitarra e voce; Alen Ademovic, percussioni e voce; Kristjan Järvi's Absolute Ensemble: Kristjan Järvi, direttore
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