Il Rosenkavalier, senza lacrimucce

Il Rosenkavalier è tornato a Roma dopo 35 anni, accolto calorosamente dal pubblico

Recensione
classica
Teatro dell'Opera di Roma
Richard Strauss
12 Novembre 2008
La messa in scena è tradizionale, adatta a chi deve (ri)fare conoscenza con quest'opera. La regia di Nicolas Joel (che per gravi motivi di salute ne ha lasciato la realizzazione a Stephane Roche) permette ai momenti di malinconia di emergere senza sbrodolature sentimentali, ma si lascia un po' sfuggire tra le dita l'erotismo dei rapporti tra Octavian e la matura Marescialla prima e l'acerba Sophie poi, mentre calca la mano sul grottesco Ochs e il suo seguito. Scene piuttosto scontate e anonime di Ezio Frigerio, che non va oltre le solite colonne di un bianco accecante con capitelli sfavillanti d'oro. La direzione molto dettagliata di Gianluigi Gelmetti ha una trasparenza cristallina, che evidenzia la scrittura brillante e virtuosistica di Strauss e anche i suoi riflessi dorati da tramonto autunnale, ma senza scadere nella melassa sentimentale, perché questa è una "commedia per musica", in cui il sentimento non è il protagonista ma un ingrediente, come le burle e i travestimenti da opera buffa. In sintonia con la direzione, la Marescialla di Christiane Iven, anche quando prova l'acuto rimpianto per la giovinezza, la bellezza e l'amore che finiscono, conserva sempre un sottile distacco ironico, conosce il dovere dell'autocontrollo, non è una borghesuccia: così nel finale del primo atto c'è il brivido metafisico del passare del tempo, non la lacrimuccia nostalgica. Solo nel terzetto e nel duettino finali, al direttore e ai cantanti sarebbe richiesto di abbandonarsi un po' più ai sentimenti. Irini Karajanni ha l'ardore giovanile di Octavian, rapido a scaldarsi e indignarsi. Gemma Bertagnolli è una Sophie quasi bambina. Il veterano Kurt Rydl, ancora in ottima forma, è un Ochs grandiosamente ridicolo. Bene nel complesso gli altri. E anche l'orchestra fa la sua bella figura.

Interpreti: Christiane Iven/Lisa Houben (Marescialla), Kurt Rydl/Robert Holzer (Ochs), Irini Karajanni/Wakako Ono (Octavian), Peter Weber/Jacek Strauch (Faninal), Gemma Bertagnolli/Anna Maria Dell'Oste (Sophie), Giuseppe Ruggiero/Fabio Sartori (cantante italiano), Alessia Grimaldi (Marianne), Cesare Ruta (Valzacchi), Danilo Serraiocco (Maggiordomo della Marescialla), Antonio Pannunzio (Maggiordomo di Faninal), Mauro Utzeri (Notaio), Patrizio Saudelli (Oste)

Regia: Nicolas Joel e Stephane Roche

Scene: Ezio Frigerio

Costumi: Franca Squarciapino

Coreografo: Luigi Martelletta

Orchestra: Teatro dell'Opera di Roma

Direttore: Gianluigi Gelmetti

Coro: Teatro dell'Opera di Roma

Maestro Coro: Andrea Giorgi

Luci: Vinicio Cheli

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Jonas  di Carissimi e Vanitas  di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento

classica

Napoli: Dvorak apre il San Carlo

classica

Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.