Il Festival di Villa Adriana a Tivoli propone un incontro tra la suggestione immensa di questi ruderi dell'antichità e moderne forme di spettacolo che sconfinano tra musica, danza e teatro (ma anche concerti più tradizionali). Ora in prima italiana ha presentato un recente lavoro di Philip Glass su testi di Leonard Cohen.
Giusto un anno fa Philip Glass faceva ascoltare a Toronto e poco dopo a New York "Book of Longing", ispirato alle poesie che Leonard Cohen ha scritto nel corso di vent'anni e poi raccolto in un volume dallo stesso titolo. Sui testi di Cohen - lunghe ballate e brevi poesie d'amore, brani autobiografici e meditazioni spirituali nate durante gli otto anni trascorsi in un monastero buddista - Glass ha composto una serie di songs, che oscillano tra il lirico, il giocoso, il meditativo e l'erotico, ma sono unificati dall'andamento ripetitivo della sua musica, che da trent'anni può essere considerata un'unica immensa variazione di alcuni elementi base. Eppure il fatto che questa volta non ci sia un lungo flusso musicale ininterrotto ma una serie di brani brevi e brevissimi fa emergere una nuova varietà di colori e atmosfere sottilmente differenziate e talvolta nettamente contrastanti. Ci sono anche - sorpresa! - alcuni brani non ripetitivi, che potrebbero essere un temporaneo diversivo o annunciare una svolta nella musica di Glass: tra questi brani due a solo di violoncello e oboe, che sono stati i momenti più belli del concerto. Che poi non era semplicemente un concerto, perché anche l'occhio aveva la sua parte: dietro i quattro cantanti e gli otto strumentisti (tra cui Glass alla tastiera) venivano infatti proiettate immagini create da Cohen stesso, che ha rivelato di essere anche un eccellente disegnatore, soprattutto nei sensuali corpi di donna e negli autoritratti amari e impietosi. Unica notazione negativa: non aver fornito i sopratitoli o un programma di sala con i testi privava l'ascoltatore medio - che poteva capire sì e no la metà di quel che si cantava, soprattutto nei brani a più voci - di una componente fondamentale di quest'incontro tra Glass e Cohen.
Interpreti: Dominique Plaisant, soprano; Tara Hugo, mezzosoprano; Will Erat, tenore; Daniel Keeling, baritono; Philip Glass, Michael Riesman, Gloria Justen, Gail Kruvand, Megan Marolf, Mick Rossi, Andrew Sterman e Wendy Sutter, strumentisti; Leonard Cohen, voce registrata
Direttore: Michael Riesman
Luci: Scott Zielinski
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