Un'interessante nuova proposta registica del Don Giovanni, intelligente e non provocatoria. Interessante anche la ricostruzione del piccolo organico strumentale della prima. Il cast, prevelentemente molto giovane, non è impeccabile ma volenterosso, con risultati in qualche caso assai promettenti.
Don Giovanni non ama veramente le donne e le sue conquiste sono solo la recita da lui inscenata per lenire depressione e narcisismo: sviluppando consequenzialmente questa premessa, la regia di Paolo Donati ce lo mostra in camerino mentre si trucca e indossa gli abiti di scena ogni volta che deve salire in palcoscenico per recitare davanti a sé e agli altri il proprio dongiovannismo, mentre progressivamente invecchia, finché se lo porta via un infarto, in seguito a un incubo terrificante in cui gli è apparso il commendatore. Anche quando quest'idea di partenza non è portata avanti con accanimento e lascia spazio a una tradizione ripensata con intelligenza, questo sdoppiamento dello spazio teatrale in due zone distinte - camerino e palcoscenico - è lo spunto per un gioco di teatro nel teatro che funziona molto bene. Da citare il momento magico della serenata di Don Giovanni, in cui la sensualità si trasforma in un malinconico presagio di vecchiaia e di morte.
Roberto Abbondanza è perfetto per incarnare vocalmente e scenicamente questa visione moderna di Don Giovanni. La sua esperienza risalta in un cast prevalentemente molto giovane, in cui si segnalano Eleonora Contucci (difficile sentire la seconda aria di Donna Anna così ben cantata sia nel legato iniziale sia nelle insidiosissime agilità conclusive), Claudio Ottino (Leporello molto naturale, senza forzature caricaturali) e Giulio Boschetti (bene sia come Masetto che come Commendatore). Ma tutti s'impegnano onestamente.
Interessante la direzione di Gabriele Catalucci, che - in un teatro minimo e privo di buca, come quello di Praga in cui il Don Giovanni vide la luce - ha riportato l'organico orchestrale alle piccole dimensioni originali e ha fatto riscoprire gli autentici rapporti tra archi e fiati e tra orchestra e voci.
Interpreti: Roberto Abbondanza, Kathleen Cassello, Eleonora Contucci, Sara Cresta, Paolo Pellegrini, Claudio Ottino, Giulio Boschetti
Regia: Paolo Donati
Scene: Paolo Donati
Costumi: Concetta Nappi
Orchestra: Orchestra In Canto
Direttore: Gabriele Catalucci
Coro: Complesso vocale In Canto
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