Deborah Voigt fa rivivere l'Elena Egiziaca
Una "Elena Egiziaca" fantascientifica al Met, con la Voigt protagonista
Recensione
classica
Non fosse stato per Deborah Voigt è probabile che il Met avrebbe aspettato ancora prima di riproporre la "Aegyptische Helena", che non si era vista dal 1928. La speranza è che anche l'ultima delle creature della coppia Strauss-Hoffmannstahl diventi un'opera di repertorio, come è avvenuto per la Donna senz'ombra, ripescata proprio grazie a un allestimento del Met negli anni '60. Ma se tale è il destino dell'Elena Egiziaca, non sarà certo grazie a questa produzione, ottima per la parte musicale, quanto insoddisfacente per la messa in scena curata interamente da David Fielding. L'allestimento, ripreso dalla Garsington Opera, prevede un'ambientazione fantascientifica, con costumi tutti-frutti (il più sfortunato è stato Menelao, a cui è toccato un completo tre bottoni color prugna) e le immancabili pareti sghembe, giusto invertite nel secondo atto. Queste nel finale si trasformano in prua di transatlantico su sfondo marino, a simboleggiare la ritrovata felicità coniugale e il ritorno alla realtà, dopo l'andirivieni di folletti, visioni e complessi nevrotici che teneva in scacco la coppia regale. Fielding non manca di trovate astute (come la presenza di un doppio-ombra di Athria a cantare la parte della conchiglia-oracolo), ma uniforma i tanti registri del libretto a una parodia di una crisi di coppia (Poseidone va al lavoro la mattina con la sua valigetta, ecc.). Il risultato è che sotto la greve messinscena si perdono i preziosimi del testo (e vabbé), ma se ne va purtroppo anche l'ambiguità della musica sempre cangiante di Strauss. Nell'ottimo cast, hanno svettato le due donne: la Damrau, elegante e agile, e la Voigt, imperiosa nonostante fosse indisposta. Più in difficoltà Torsten Kerl nell'arduo ruolo del tenore. Tanti applausi infine a Luisi per la trascinante direzione.
Interpreti: Helena: Deborah Voigt; Aithra: Diana Damrau; Omniscient Mussel: Jill Grove; Menelaus: Torsten Kerl; Da-Ud: Garrett Sorenson; Altair: Wolfgang Brendel
Regia: David Fielding
Scene: David Fielding
Costumi: David Fielding
Direttore: Fabio Luisi
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