Il Festival internazionale del cinema con tematiche omosessuali, che da 21 edizioni si svolge a Torino, è anche un momento fortemente militante della lotta per i diritti civili e l'uguaglianza, verso una società meno asservita ai modelli predominanti. Nella serata inaugurale abbiamo visto il film di Chris Columbus, affermato produttore e regista hollywoodiano, (sceneggiatore della serie "Gremlins" di Joe Dante, regista della saga di Harry Potter). La rock-pop opera di Jonathan Larson, all'epoca rivoluzionaria, inaugurata nell'off off Broadway e divenuta poi un duraturo successo, vincitrice del Pulitzer prize for Drama nel 1996, è una commedia che racconta di arte vs commercio, libertà sessuale, tossicodipendenza, sieropositività. Nell'adattamento per il cinema, peraltro estremamente fedele allo stage, il regista ha aggiunto dialoghi (nell'originale sono in rima) che rendono un po' ovvia la narrazione, rispetto alla forma originaria teatrale.
'Mimi Marquez' è Rosario Dawson, vista in "Sin City" di Robert Rodriguez e Frank Miller e ne "La 25a ora" di Spike Lee, il novello Rodolfo 'Roger Davis' è l'attore e musicista Adam Pascal, afflitto da taglio di capelli alla Bon Jovi che ci ha impedito di prenderlo sul serio. In questa Bohème newyorchese multietnica, fingiamo di credere (Spike Lee non era da quelle parti al momento) alla storia d'amore tra un robusto, simpatico e seducente professore di filosofia africano-americano e una tenera drag queen latino-americana...
Il messaggio resta quello originario del carpe diem di Jonathan Larson, morto di Aids la sera prima della prima a Broadway: "Non ci sarà un'altra strada, non ci sarà un altro giorno, non ci sarà un'altra volta: no day but today".