La grande storia di eros secondo Claudio Ambrosini

Il canto della pelle (Sex unlimited), per ensemble, quattro solisti e un'attrice è un omaggio alla sessualità e alla forza generante che anima la natura. Il lavoro, eseguito in prima assoluta all'Opera di Lione è il secondo tassello di un'ambiziosa trilogia di cui fanno parte Big Bang Circus e Il Giudizio Universale, due opere altrettanto gioiose e irriverenti, già andate in scena negli anni passati.

Recensione
classica
Opéra de Lyon Lione
Claudio Ambrosini
24 Marzo 2006
Con la sua ultima opera Claudio Ambrosini ha voluto celebrare l'incontenibile vitalità dell'eros. Il canto della pelle (Sex unlimited), per ensemble, quattro solisti e un'attrice è un omaggio alla sessualità e alla forza generante che anima la natura. Il lavoro, eseguito in prima assoluta all'Opera di Lione è il secondo tassello di un'ambiziosa trilogia di cui fanno parte Big Bang Circus e Il Giudizio Universale, due opere altrettanto gioiose e irriverenti, già andate in scena negli anni passati. "Melodramma giocoso in due parti e un labirinto", recita il sottotitolo, alludendo alla struttura dell'opera: due atti composti da un collage di scene staccate, a immagine dell'eros proteiforme che le attraversa, più un intermezzo, il labirinto, in cui si denunciano i soprusi che la società compie ai danni di questa linfa vitale, incanalata e trasformata in mercanzia. Nella prima parte, un sacerdote, due divinità tantriche, due mistici, Saffo, una coppia di medici veneziani da commedia dell'arte, si alternano per coniugare eros in tutti i suoi aspetti. La musica segue lo straripare dell'immaginazione in modo agile e suadente. Durante il labirinto tutto tace e le luci si spengono, a muovere gli ascoltatori restano solo le voci registrate che raccontano di stupri e le immagini crude di squallidi siti internet. Il contrasto con le due parti estreme è molto efficace, anche se la seconda parte è musicalmente inferiore alla prima. A condurre il gioco è ora un'attrice, una sorta di zerbinetta-pornostar, che ci guida tra provocazioni nel regno dei desideri inconfessabili. Nel complesso l'opera risente dell'eccesso di mezzi dispiegati: video, elettronica, canto, recitazione, testi di tutti i tempi e luoghi. Un po' troppo anche per un'opera che vuole celebrare l'esuberanza della vita.

Interpreti: Thomas Krol et Fabrica, video

Regia: Peter Beat Wyrsch

Orchestra: Solistes de Lyon, dir. Bernard Tétu Ensemble Orchestral Contemporain - Stefano Celeghin, direttore

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