Arditti mago del violino contemporaneo
La classe esecutiva di Irvine Arditti ha tenuto a battesimo la XV edizione della rassegna "Traiettorie" di Parma con un programma per violino solo in cui sono emerse le composizioni di Berio, Kurtag e Sciarrino. Numeroso il pubblico presente al teatro Farnese.
Recensione
classica
Il fatto che la rassegna di musica moderna e contemporanea "Traiettorie" sia arrivata alla sua quindicesima edizione rappresenta un dato culturale prima che musicale in senso stretto. A Parma, infatti, questa realtà fedele ad una linea "dura e pura" per la coerenza dei suoi programmi - che offrono da sempre esempi della produzione contemporanea di area colta senza compromessi e commistioni - è da anni ospitata in un luogo carico di storia come il seicentesco teatro Farnese, in una fusione suggestiva di passato e presente.
Un dato che è stato confermato anche dal concerto che ha inaugurato questo significativo quindicesimo compleanno della rassegna e che ha visto protagonista Irvine Arditti impegnato in un programma per violino solo. Percorso impegnativo, quindi, oltre che per il pubblico numeroso e attento, soprattutto per l'interprete che ha avviato la serata con un classico di questo repertorio, la "Sequenza VIII" di Luciano Berio. Opera che in questa occasione ha incontrato una lettura profonda e consapevole, cristallina per controllo tecnico ed espressività del suono. Con la più recente composizione di Gyorgy Kurtág "Hommage/Arioso/Angelique" il clima musicale si è spostato verso zone più terse dove, nel breve spazio di questa pagina, l'attenzione si è concentrata su un equilibrio rigoroso dell'insieme. Tra i brani successivi "My new Address" di Stefano Scodanibbio - carico di tensione dinamica - "Three Miniatures" di George Benjamin - in cui l'idea compositiva di fondo si è sciolta in uno sviluppo un poco prolisso - la pretenziosa "Towards a Brighter Hue" di Johannes Maria Staud e i "6 Capricci" di Salvatore Sciarrino, brano in cui i momenti più ispirati si concentravano nei primi otto minuti attraverso una ricca esplorazione del suono.
Alla fine applausi anche per i compositori presenti in sala - Scodanibbio e Sciarrino - e soprattutto per l'assoluta abilità interpretativa di Arditti.
Interpreti: Irvine Arditti
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