Cimarosa ci sorprende con Cleopatra

L'opera, rappresentata a San Pietroburgo nel 1789, rivela un Cimarosa diverso da quello più noto e ansioso di aprire l'oepra seria italiana alle esigenze dei tempi nuovi.

Recensione
classica
Teatro Caio Melisso Spoleto
Domenico Cimarosa
23 Settembre 2005
L'importante ruolo del coro e poi le danze, i recitativi che da secchi diventano accompagnati e sfociano senza "tagliente divario" nelle arie, che a loro volta sono libere da schemi fissi e alternano parti distesamente cantabili e ariosi semideclamatori. Questo Cimarosa aveva sicuramente letto Algarotti e ascoltato Gluck, oppure era arrivato alle stesse conclusioni seguendo un proprio percorso: e San Pietroburgo gli aveva dato i mezzi (compresa un'orchestra nutritissima) per metterle in pratica. Rispetto a Gluck c'è però una differenza fondamentale: al vertice resta sempre il canto. Le voci si lanciano in sovracuti, soprattutto Cleopatra, e infilano vocalizzi su vocalizzi, oppure si abbandonano alle tenere melodie cimarosiane, impregnate di languore e sensualità. Ma se manca una vera drammaticità, la colpa è anche del libretto, che, ignorando il contesto storico, presenta Cleopatra e Antonio come due amanti sospirosi. Alla fine i due s'imbarcano tra cori esultanti, come in un lieto fine qualunque, ignorando che la loro destinazione è Azio. Opera bella e storicamente importante, che rivela un aspetto insospettabile di Cimarosa, "Cleopatra" ha ora avuta la prima rappresentazione moderna, dopo un'esecuzione in forma di concerto a Graz. Lucio Gabriele Dolcini ha assunto in toto la responsabilità della messa in scena: sobria scena fissa sobria neoclassica, con eleganze esotiche della corte di Cleopatra e spettacolari arrivi e partenze di navi a ravvivare una vicenda inesistente più che statica. Da valutare complessivamente positiva la prova dei cantanti, tenendo conto della loro giovinezza, da una parte, e delle difficoltà, dall'altra. Sabrina Vianello (Cleopatra) ha physique du rôle e acuti facili, Francesca Sassu (Antonio) è un po' pallida ma diligente, Francesco Santoli affronta spavaldamente la terribile aria tenorile di Domizio. Laurent Campellone dirige con fuoco e autorità. Nessuno sembra molto esperto dello stile necessario.

Note: Nuovo allestimento del Teatro Lirico Sperimentale "A. Belli" di Spoleto

Interpreti: Silja Schindler / Sabrina Vianello, Tullia Mancinelli / Francesca Sassu,Tania Bussi /Grazia Doronzio, Pablo Cameselle / Francesco Santoli

Regia: Lucio Gabriele Dolcini

Scene: Lucio Gabriele Dolcini

Costumi: Lucio Gabriele Dolcini

Coreografo: Gisella Johnson

Orchestra: OTLiS - Orchestra del Teatro Lirico Sperimentale

Direttore: Laurent Campellone

Coro: Coro del Teatro Lirico Sperimentale

Maestro Coro: Claudio Fabrizi

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