Una Lucia "tradizionale"

Lucia di Lammermoor è andata in scena a Parma con le scene di Enzo Deho' ideate per il Maggio Musicale Fiorentino del 1952. La resa complessiva non si può dire eccellente, anche a causa di una direzione musicale funzionale, ma niente di più. Tra le voci - nessuna senza pecche - è emersa quella autorevole di Ambrogio Maestri, mentre Cinzia Forte ha saputo far fronte in maniera più che onesta al ruolo di Lucia. Successo rispettoso del pubblico.

Recensione
classica
Fondazione Teatro Regio di Parma Parma
Gaetano Donizetti
25 Gennaio 2002
Dopo Marin Faliero il Teatro Regio di Parma ritorna a Donizetti con Lucia di Lammermoor, grazie ad un allestimento che recupera le scene ideate da Enzo Deho' per il Maggio Musicale Fiorentino, a cinquant'anni dall'ultima messa in scena. Una scelta che ha caratterizzato questo secondo titolo della stagione invernale 2002, proponendo un impianto che ha assunto la "tradizione" quale viatico per una lettura comunque complessa dell'opera. Classica impostazione a scenari dipinti, dunque, dove le ambientazioni ideate da Deho' rivelano una funzionalità ancora efficace, soprattutto nel finale, dove le geometrie acute ed essenziali delle arcate, nell'ultima scena, ben simboleggiano, astraendolo, il nudo dramma che si compie sul palcoscenico. Da qui si è mossa una rappresentazione in cui la regia affidata a Sandro Santillo ha giocato il proprio ruolo all'insegna della discrezione, gestendo i singoli personaggi e la compagine corale secondo un copione ispirato alla più tradizionale impostazione melodrammatica. Il dato musicale, gestito da Tiziano Severini alla guida dell'orchestra e del coro del Teatro Regio di Parma, ha rispettato la cifra generale, proponendo una lettura nel complesso equilibrata, esente comunque da spunti e approfondimenti caratteristici, ma indirizzandosi verso una resa sostanzialmente omogenea la quale, se ha avuto il merito di assecondare le esigenze dell'aspetto vocale, ha limitato in esso la sua ragion d'essere. Tra i personaggi, Ambrogio Maestri ha restituito un Lord Enrico vocalmente imponente, segnato da un'interpretazione intensa, personale nella gestione di accento e ritmo delle linee melodiche che, specie nella prima parte dell'opera, distinguono il personaggio. Cinzia Forte nel ruolo del titolo ha dato prova di una personalità coerente e preparata affrontando questa impegnativa parte con una professionalità che, se da un lato non ha evitato alcune seppur rare incertezze, dall'altro ha sortito momenti di palese efficacia. E' il caso, per esempio, della celebre scena della pazzia, dove l'equilibrio interpretativo è stato coniugato con un adeguato controllo vocale, evitando gli eccessi che sovente avvicinano in questo frangente il personaggio di Lucia alla sua parodia. Nel ruolo di Edgardo, Aquiles Machado ha riversato un palese impegno, che ha però condotto a tratti la sua voce di tenore sopra le righe, come nella scena quinta del primo atto, in cui sono balenati caratteri vocali da repertorio verista, qui francamente fuori luogo. Tra gli altri da segnalare gli adeguati Raimondo di Simone Alberghini e Alisa di Grazia Gira. Il pubblico numeroso ha decretato, alla fine, un generoso successo per questa Lucia di Lammermoor all'insegna della tradizione.

Note: nuovo all.

Interpreti: Maestri / Marin, Forte / Vyskvorkina, Machado, Alberghini

Regia: Sandro Santillo

Scene: Enzo Dehò

Costumi: Artemio

Orchestra: Orchestra e Coro del Teatro Regio di Parma

Direttore: Tiziano Severini

Maestro Coro: Martino Faggiani

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