Nozze di Figaro acerbe ma coraggiose
Al Cantiere non funziona l'allestimento scenico delle Nozze di Figaro, che però si riscattano con la vivificatrice direzione di Mazzola e la simpatia dei giovani cantanti
Recensione
classica
Gli spettatori sono sistemati tutt'intorno, nei palchi e sul palcoscenico, e in mezzo, nella platea svuotata delle poltrone, si svolge la "folle giornata" di Figaro e Susanna. L'idea non è certo nuovissima e in genere è un mezzo sicuro per spezzare l'invisibile muro che separa platea e palcoscenico e per far sentire gli spettatori dentro l'azione, ma non è un'idea facile da gestire, se non si è un regista di grande mestiere. In questo caso un regista non c'era proprio: il fatto che in locandina non si leggesse da nessuna parte "regia di" (c'era scritto invece "uno spettacolo di Claudio Borgoni ed Enrique Mazzola") non era un vezzo anticonformistico ma un'ammissione tanto sincera quanto sconcertante. Si notava qua e là qualche tentativo di dare il segno d'una presenza registica incisiva ma il risultato era piuttosto opinabile. Per esempio, i costumi erano simili a farfalle (sic: lo dicono a chiare lettere i responsabili dell'allestimento scenico sul programma di sala) e coprivano fino ai piedi tutti i personaggi con ampi veli fluttuanti, rendendoli simili tra loro e cancellando quelle distinzioni d'età, di classe e perfino di sesso così precisamente e acutamente individuate da Mozart e Da Ponte. Dunque in scena le cose non hanno funzionato troppo bene, ma il discorso cambia se si parla dell'esecuzione musicale. Passando dalla ruolo di corresponsabile dello spettacolo al suo vero mestiere di direttore d'orchestra, Mazzola si è ampiamente riscattato, dando a questa scatenata commedia i tempi giusti, prevalentemente serrati, vivi e scintillanti, senza lasciarsi però sfuggire le venature sentimentali, malinconiche e notturne. Inoltre, grazie alla coraggiosa scelta d'una formazione orchestrale estremamente ridotta, ha ottenuto una trasparenza assolutamente cristallina, in cui anche i minimi ma sempre preziosi dettagli dell'orchestrazione mozartiana risaltavano con assoluta chiarezza (e pazienza se così risaltavano anche le piccole ma numerose mancanze degli ancora inesperti strumentisti). Tra i giovanissimi cantanti spiccava con la sua voce piena, sicura e autorevole il più esperto Angelo Veccia (il Conte), ma nel contesto sperimentale del Cantiere di Montepulciano funzionavano benissimo anche gli altri interpreti delle due coppie di protagonisti, con il disinvolto e simpatico Figaro di Enrico Marabelli, la fresca e delicata Susanna di Raffaella Milanesi, il bel timbro della Contessa di Loredana Arcuri, mentre erano ancora piuttosto acerbi gli interpreti di quei ruoli che generalmente si definiscono minori ma che in Mozart non sono affatto minori.
Interpreti: Veccia, Arcuri, Milanesi, Marabelli, Buzzolan, Lee, Nicodemo, Lepre, Agostinelli, Tonon
Regia: Claudio Borgogni
Scene: Claudio Borgoni
Costumi: Claudio Borgoni
Orchestra: Orchestra Città di Ferrara
Direttore: Enrique Mazzola
Coro: Corale Poliziana
Maestro Coro: Marcella Ciminello
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