Rome Chamber Music anno settimo

Dal 13 giugno il festival guidato da Robert McDuffie

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Giunto alla settima edizione, il Rome Chamber Music Festival presenta alcune novità. L'anima del festival rimane il violinista americano Robert McDuffie e non cambia nemmeno la sede dei concerti, l'Oratorio del Gonfalone. Ma invece che due soli programmi, replicati ognuno tre volte nel corso di due week-end, questa volta il festival offre cinque concerti consecutivi, dal 13 al 17 giugno. "Così ho preso due piccioni con una fava - ci dice McDuffie, che ogni anno parla meglio l'italiano e ormai conosce molte espressioni idiomatiche - perché sono non solo il direttore artistico ma anche il capo del board dei sostenitori del festival a New York e a Roma, quindi in un certo senso sono anche un uomo d'affari. Dunque ho dovuto prendere delle decisioni per non diminuire il livello del festival e contemporaneamente risparmiare, e questa è stata la soluzione. Quest'anno il pubblico ascolterà come sempre magnifici programmi e grandi artisti e in più chi arriva da lontano (molti vengono dagli Usa) può fermarsi a Roma cinque giorni e sentire cinque concerti diversi. Inoltre ci sono due saggi degli allievi, sei americani e cinque italiani, del nostro corso di perfezionamento; siamo molto felici che tra loro ci sia anche un pianista del Conservatorio dell'Aquila, cui abbiamo offerto una borsa di studio". Quali linee ha seguito nella compilazione del programma? "Il primo giorno, domenica, porto a Roma The American Four Seasons, che Philip Glass ha scritto per me e che ho presentato in prima assoluta lo scorso dicembre; logicamente, ho pensato di accostargli alcuni concerti di Vivaldi eseguiti dall'Orchestra Barocca di Venezia. Lunedì ho voluto dare spazio ad alcuni ottimi musicisti romani, il Quartetto Michelangelo e un gruppo dell'Orchestra di Santa Cecilia. Martedì ho pensato a un programma originale, diviso tra Brahms e musiche popolari colombiane eseguite da un gruppo di bravissimi musicisti che ho sentito al festival di Cartagena. Mercoledì è il mio compleanno e mi sono fatto un regalo: tre brani molto importanti per me, di Glass, Schubert e Messiaen. E giovedì finiamo in bellezza con due pezzi meravigliosi, il Trio di Ravel e il Quintetto op. 44 di Schumann". (Mauro Mariani)

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