Tutino lascia a settembre

Bologna: il sovrintendente non rinnoverà alla scadenza del mandato

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Finale prevedibile, tanto valeva calare il sipario anzitempo. Marco Tutino non rinnoverà il mandato di sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna, in scadenza a settembre: l'annuncio arriva dal diretto interessato, quando il clima degli ultimi tempi lo lasciava ampiamente presagire. Va detto che una certa pacatezza ha accompagnato un divorzio che nel suo divenire si era dispiegato su toni e modi di piuttosto inurbani (da una parte e dall'altra, senza dubbio), sintomatici di (o causati da?) una situazione politica problematica, tanto a livello locale - per via del commissariamento del Comune - quanto a livello nazionale, per i noti provvedimenti finanziari in vista. Tutino nega - ma è naturale che si dica così - che la cronaca sia alla base di una scelta, che sarebbe invece dettata da "motivi personali" e dal desiderio di dedicarsi maggiormente all'attività compositiva (già in tempi più sereni lo stesso Tutino aveva dichiarato proprio al "Giornale della musica" di considerare una "diminutio" l'incarico di sovrintendente). Rimane ora il problema di una soluzione dei rapporti tra professori d'orchestra, maestranze del teatro e nuova direzione, qualunque essa sia, per rilanciare una realtà importante, dopo due travagliatissime stagioni, nel corso delle quali non sono certo mancate cose di pregio, ma che sono state falcidiate da scioperi e cancellazioni, e segnate comunque da alcune produzioni di secondo livello.