La Biennale di Don Giovanni

Venezia: dal 23 settembre al 2 ottobre

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"Don Giovanni o l'uom di sasso", questo il titolo del 54° Festival Internazionale di Musica Contemporanea di Venezia (23 settembre - 2 ottobre), organizzato dalla Biennale di Venezia. Luca Francesconi, il direttore, ha messo al centro della manifestazione Don Giovanni, una delle icone della cultura occidentale, dunque il mito come ancora nella volatilità, nella virtualità della contemporaneità. Due le chiavi di lettura tra le molteplici altre: l'una, lo scontro titanico perenne tra particolare e universale, tra labilità dell'esperienza e universalità della fede; l'altra, sulla falsariga del filosofo Søren Kirkegaard in Aut Aut, "tra seduzione dell'esperienza estetica e temperanza dell'impegno etico". Si apre un abisso di strade percorribili. Una di queste è la lotta titanica tra l'anelito a fissare idee, emozioni in un segno grafico e l'impalpabilità del tempo. Un tentativo di frantumare la fissità lapidea della parola scritta è stata l'opera aperta, l'alea, il jazz, l'arte concettuale, "l'istintualità informatica della nuova 'oralità secondaria' dei musicisti elettronici. Ecco allora tracciato inequivocabilmente il percorso del festival che si apre con una rilettura metaforica del Don Giovanni nel labirintico Palazzo Pisani, sede del Conservatorio Benedetto Marcello (nella foto): tre scene emblematiche dell'opera galleggiano, meteore contrapposte ad otto riletture appositamente commissionate a giovani (Martina Tomner, Pierre Jodlowski, Federico Troncatti, Gabriella Zen, Marcello Filotei, Michele Tadini, Marco Marinoni e Francesco Zorzini) realizzando un percorso percettivo nel visitatore-ascoltatore come fosse in un museo di arte contemporanea dove la scelta della fruizione tra gli eventi musicali, scenici, teatrali e visivi è random secondo l'interesse e la scelta personale di ciascuno. Un altro momento 'provocatorio' sono tre atti unici (Il gridarlo di Matteo Franceschini, En la medida de las cosas di César Camarero e Freizetspektakel di Hans Seidl e Daniel Kötter): variazioni su come l'aspetto visivo possa assumere valenza drammaturgica. Ancora, la contrapposizione-confronto di diverse tipologie di "scrittura" musicale in Extempore: l'improvvisazione d'Evan Parker, l'interpretazione di Ciro Longobardi e l'alea. Vittorio Montalti, Filippo Del Corno, Federico Troncatt, David Lang e Yan Maresz riscrivono la 'Serenata per un satellite' di Bruno Maderna. Chiude la manifestazione Exit, alla III edizione: spazio che ambisce a raccogliere pubblico diverso. Questo anno, la simultaneità degli eventi metafora del surfing on line, cioè meta-testo musicale. Poi, gli omaggi: a Bruno Maderna, a Luigi Nono e a Franco Donatoni. Infine, Leone d'oro alla carriera a Wolfgang Rihm.(franco soda)

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