Cittadina Bratuz

In memoria del padre Rudolf, internato dai fascisti nel 1941

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La pianista e musicologa italo-canadese Damjana Bratuz (nella foto) è stata insignita della cittadinanza onoraria del comune marchigiano di Urbisaglia (MC) in ricordo del padre Rudolf, internato dal 1941 al 1942 nel campo di concentramento allestito all'Abbadia di Fiastra. Rudolf Bratuz ebbe l'unica colpa di far parte di una minoranza linguistica, quella slovena (il suo nome venne pure italianizzato in Bertossi Rodolfo, come usava il regime fascista dopo il 1938, a ulteriore disumana umiliazione). La figlia Damjana, sempre in corrispondenza con il padre, ha potuto raccogliere delle preziose testimonianze della vita comunitaria (ora depositate presso l'Istituto storico della resistenza di Macerata), compresa l'attività musicale, annotate scrupolosamente di giorno in giorno. Un filone di ricerca che la musicologia in Italia non ha ancora affrontato con decisione. La studiosa, apprezzata e premiata internazionalmente per la ricerca semiologica applicata all'interpretazione della musica di Béla Bartók, ha lasciato l'Italia negli anni Cinquanta con una borsa Fulbright, per specializzarsi in "Piano Literature and Performance" presso l'Indiana University di Bloomington, svolgendo in seguito un'intensa attività didattica presso la Universtiy of Western Ontario (London, Canada). In Italia torna di quando in quando, in qualità di Professor emerita della sua Università, per convegni e conferenze, come lo scorso luglio all'International Bakthin Conference (Bertinoro/Bologna) con la tesi "Parlando: On the Embodiment of Bartók's Dialogic Forms". La risentiremo a Roma nel luglio 2012 al XIX Congresso della International Musicological Society, quando parlerà delle "Radici musicali dell'identità culturale e la 'com/posizione' musicale: la lezione di Bartók".
Graziano Ballerini

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