Pietre che cantano
Il Festival in Abruzzo dal 30 luglio al 23 agosto
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C'è un festival internazionale molto sentito in Abruzzo: "Pietre che cantano", quelle stesse pietre che sono crollate, che si sono polverizzate nel terremoto hanno continuato a cantare e continuano a cantare, nonostante i luoghi devastati non siano più gli stessi e molte delle location, eccellenza del festival, nella migliore delle ipotesi, sono sfregiate dai ponteggi di consolidamento.
Questo anno, puntuale il festival, alla XIII edizione, ritorna dal 30 luglio al 23 agosto con un'anteprima il 20 luglio: quando Fabrizio Gifuni leggerà in Piazza del Teatro all'Aquila alcune pagine di Gadda. "Le Meraviglie d'Abruzzo", spettacolo nella programmazione del Festival "I Cantieri dell'Immaginario".
All'interno del festival non mancherà il teatro musicale (Il Campanello di Gaetano Donizetti), mentre il programma dei concerti trova il focus nella celebrazione del 150° anniversario della nascita di Claude Debussy (sei concerti).
Tra le rarità nel programma: la rara Suite "The Jungle Book" di Miklos Rosza per narratore e orchestra; Le Vispe Terese, 31 diverse versioni della celebre Vispa Teresa di Luigi Sailer, riscritte imitando i grandi della letteratura, da Omero a Jacopone, da Leopardi a Ungaretti, con il commento delle musiche di Chopin, Delibes, Suppè, Albeniz, Casella, Rota....
In collaborazione con l'Istituzione Sinfonica Abruzzese, il "Rocca Festival" ed il "Festival ArteIncanto - Città di Basciano", anche un programma nei luoghi d'arte e della natura abruzzesi: oltre all'Aquila, previste serate a Ocre, Fontecchio, Tione degli Abruzzi e, per la prima volta, a Rocca di Mezzo, Caporciano e Navelli.
Direttore artistico fondatrice ed anima del festival è la pianista Luisa Prayer: «In questo momento non facile per la cultura e l'economia nel nostro Paese, all'Aquila e nei paesi del cratere sismico, dove per tradizione si è fin dall'inizio svolta la nostra programmazione, la situazione è drammatica. Ma abbiamo insistito, per non disperdere il grande patrimonio di energie che negli anni sono state investite su di noi. Se la priorità per la città e per il territorio del cratere sismico è la salvaguardia di un tessuto sociale, la produzione culturale, soprattutto musicale, è uno dei tratti identitari più caratteristici di questa comunità. I due aspetti, quello sociale e quello culturale, non sono scindibili e che la ricostituzione di questo tessuto passa per il sostegno alle istituzioni culturali che lo rappresentano. Noi cerchiamo di fare la nostra parte, continuando il nostro lavoro con senso di responsabilità nonostante la situazione davvero critica. Per questo il nostro festival torna portando la musica nei centri colpiti e tra le meraviglie naturali dell'Abruzzo».
Da quando la furia della natura si è abbattuta, il festival ha assunto anche un forte impegno di carattere sociale. E' significativo, infatti, che non si sia interrotto neanche all'indomani del terremoto e che sia stata la prima manifestazione culturale a ricominciare, a dare un senso di normalità in quel territorio straziato, in quel tessuto sociale profondamente provato. Il potere della musica!
FrancoSoda
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