Un nuovo teatro a Heidelberg

Abbandonata la tensostruttura che ne aveva accolto l'attività, dopo due anni di lavori (e in linea con i tempi previsti) il Theater Heidelberg si trasferisce sabato prossimo nella sua antica sede, completamente rinnovata e arricchita di nuovi spazi. In assoluta controtendenza con i tempi di austerità che non risparmiano nemmeno la finanziariamente virtuosa Germania, il Comune di Heidelberg ha investito circa 60 milioni di euro (di cui circa 20 raccolti attraverso una sottoscrizione popolare) per mettere il teatro al passo con i tempi e ampliarne l'offerta. Realizzati su progetto dallo studio Wächter Wächter di Darmstadt, gli interventi prevedevano il ripristino della sala storica, inaugurata nel 1835 con una rappresentazione di "La sposa di Messina" di Schiller e completamente rifatta nel 1924, riportata a nuovo splendore attraverso profondi lavori di restauro e il rifacimento dell'apparato scenico. Ma soprattutto è stata costruita una nuova sala in grado di accogliere circa 550 spettatori e destinata a diventare la scena principale per le produzioni di opera, prosa e danza del teatro. Nella nuova struttura, troveranno spazio anche i laboratori del teatro, quattro sale per le prove delle nuove produzioni, una sala prove per il coro del teatro e una per l'Orchestra filarmonica della città. Per l'inaugurazione della nuova sala la scelta è caduta sul Mazepa di Pëtr Il'ic Cajkovskij, in una nuova produzione affidata al giovane neo-direttore musicale del teatro, il bulgaro Yordan Kamdzhalov, e alla regista Elisabeth Stöppler. L'inaugurazione sarà preceduta da un omaggio a John Cage: le strade del centro della storica cittadina del Palatinato verranno animate da oltre 600 esecutori impegnati negli oltre 40 ensemble di "Musicircus". Infine, le porte del teatro si apriranno ai cittadini che avranno l'opportunità di visitare i nuovi laboratori di scenografia e costumi, vedere l'apparato scenotecnico e assistere a prove di spettacoli e concerti, che vedranno impegnate tutte le maestranze del Theater Heidelberg. Stefano Nardelli