Il futuro delle Fondazioni Liriche
Nuovo contratto, ma la Legge e i soldi?
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Alti e bassi nei rapporti tra il mondo della cultura e quello politico-istituzionale. Mentre il nuovo contratto per i dipendenti delle Fondazioni lirico-sinfoniche è a un passo dal traguardo, sembra invece che all'approvazione della Legge quadro sullo spettacolo dal vivo si frapponga il disinteresse del Governo.
La scorsa settimana, grazie alla mediazione del direttore generale dello spettacolo dal vivo Salvo Nastasi, è stato trovato un accordo con i sindacati del settore sulla parte normativa, che è quella più importante dell'intero contratto per i dipendenti delle Fondazioni, con delle soluzioni che sono state giudicate equilibrate, in modo da non ostacolare ma anzi favorire lo sviluppo di queste istituzioni. Il prossimo 29 novembre verranno sottoscritti gli atti aggiuntivi, quindi il contratto seguirà il consueto iter formale (Aran e Corte dei Conti) per la sua registrazione.
Sul fronte dei lavori per arrivare all'approvazione della legge quadro sullo spettacolo dal vivo, va registrata invece una dura nota dell'on. Carlucci (Udc), relatrice e prima firmataria del provvedimento, in risposta alle dichiarazioni del direttore generale per lo spettacolo dal vivo del Mibac. "Il Parlamento - ha evidenziato la deputata centrista - ha espletato tutto l'iter necessario per la sua approvazione: è stato votato all'unanimità un testo condiviso da tutte le forze politiche, si sono avuti i pareri favorevoli da tutte le commissioni di riferimento, è stata individuata la copertura economica nei fondi predisposti ogni anno per Arcus. Il ministro Ornaghi si è impegnato a sollecitare il ministro Passera, entro il 20 dicembre, per fare una ricognizione su questi fondi Arcus, che ogni anno ha fruttato alla società, ora chiusa, dai 200 ai 150 milioni di euro, all'interno dei quali ci sono i 15 milioni destinati alla legge". Si tratta di soli 15 milioni di euro (che però innescherebbero un meccanismo virtuoso di incentivi fiscali per attrarre finanziamenti privati) ma al momento non è arrivata alcuna risposta dal Governo. "Se non si riuscirà ad approvare la legge - continua l'on. Carlucci - non sarà colpa del Parlamento, che ha fatto tutto quanto necessario, ma del Governo che non ci sta aiutando. Infatti, al di là della copertura economica individuata dal Parlamento se il governo avesse la volontà di approvare questa legge, vista la cifra si potrebbero comunque trovare altrove le risorse finanziarie necessarie. Il Presidente Monti parla di una seconda fase con iniziative del governo volte allo sviluppo economico. Dimostri che le sue non sono solo dichiarazioni e faccia i modo che questa legge venga quanto prima approvata perché darebbe grandissimo impulso alle imprese culturali e creative che oggi versano in condizioni gravissime".
Giorgio Cerasoli
Giorgio Cerasoli
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