L'appello dei lavoratori delle fondazioni liriche

Dopo la riunione di Roma

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Si è svolta al Parco della Musica di Roma la manifestazione dei lavoratori provenienti da tutte le Fondazioni Lirico-Sinfoniche per illustrare alle Istituzioni, alle forze politico parlamentari e alle parti datoriali le posizioni e le proposte sindacali unitarie riguardanti le principali problematiche del settore. Al centro dell'attenzione ancora una volta lo schema di decreto attuativo della Legge 100/10, sulla emanazione del quale − avvenuta alla fine della scorsa legislatura − i sindacati lamentano da tempo modalità procedurali del tutto arbitrarie da parte del Ministro, ma anche lo stato di crisi di molte Fondazioni e il rinnovo del Contratto nazionale. Organizzata dalle sigle sindacali SLC-CGIL, FISTeL-CISL, UILCOM-UIL e FIALS-CISAL, è l'ennesimo tentativo di portare l'attenzione dell'opinione pubblica e delle forze politiche sullo stato di crisi del settore. Sala piuttosto rumoreggiante, lavoratori piuttosto preoccupati, interventi, tra gli altri, del Presidente dell'Accademia di Santa Cecilia, Bruno Cagli, e di Rosanna Purchia, Sovrintendente del San Carlo di Napoli. Proprio sullo schema di decreto che va a investire l'assetto ordinamentale e organizzativo delle Fondazioni − che è in iter per i pareri istituzionali previsti − spiega Silvano Conti, della SLC-CGIL, si gioca il futuro di queste importanti istituzioni culturali e se da parte sindacale «c'è la disponibilità a percorsi anche di ridisegno delle Fondazioni Lirico Sinfoniche il tutto deve però concretizzarsi dentro una riforma complessiva del Settore dello Spettacolo dal vivo e della musica, soprattutto affrontando e risolvendo un nodo cruciale: come e con quali adeguati strumenti ed interventi straordinari si possono assumere seri e concreti piani di riequilibrio delle varie situazioni in difficoltà economico-gestionali». Nei prossimi giorni verrà redatto un documento unitario da parte delle forze sindacali, diretto ovviamente all'attuale Ministro, perché attivi tavoli interministeriali su questi temi caldi.
Giorgio Cerasoli

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