L'ottimismo di Fuortes
Opera di Roma: parla il sovrintendente
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Carlo Fuortes, da pochi giorni sovrintendente del Teatro dell'Opera, ha convocato una conferenza stampa per spiegare il più chiaramente possibile quale sia la reale situazione dei conti del teatro. È noto come in un primo tempo si erano prorogati di quarantacinque giorni sia il sovrintendente che il consiglio d'amministrazione precedenti e come poi si sia deciso a sorpresa di provvedere alle nuove nomine prima che trascorresse quel termine. Lo si è fatto durante le vacanze di fine anno, per permettere alla nuova dirigenza di chiedere l'accesso alla legge Bray entro il termine ultimativo del 31 dicembre: una decisione che ha causato scontento e timore all'interno del teatro.
Fuortes ha evidentemente voluto dimostrare che quella scelta era inevitabile e che i timori sono ingiustificati. In estrema sintesi, ha voluto far intendere che la legge Bray non è l'apocalisse, anzi è una fortuna che esista, perché consente una via d'uscita da un situazione che altrimenti sarebbe inevitabilmente sfociata nella liquidazione coatta del teatro (cosa in realtà mai successa in Italia, anche in situazioni molto peggiori... ma c'è sempre una prima volta). Fuortes ha tenuto ribadire più volte il proprio ottimismo, dichiarando che entro la fine del 2014 il teatro sarà risanato e rassicurando i dipendenti sul loro futuro.
Venendo alle cifre - incontestabili, perché fornite dalla stessa vecchia amministrazione del teatro - il bilancio preconsuntivo 2013 si chiude con 10 milioni di perdita. Questo scostamento rispetto al bilancio previsionale - che prevedeva il pareggio - è dovuto da una parte ai minori ricavi di biglietteria, noleggi e sponsorizzazioni (non sono invece diminuiti significativamente i contributi pubblici, anche quelli del comune, che sono rimasti in sospeso fino all'ultimo ma sono infine arrivati) e dall'altra ai maggiori costi di produzione.
Allargando lo sguardo all'ultimo triennio, si vede un drastico calo dell'autofinanziamento dal 22% al 16% e un forte peggioramento della situazione patrimoniale: in sostanza la differenza tra debiti e crediti ammonta a 25 milioni ed è raddoppiata rispetto l 2011.
Alla fine della conferenza alcuni dipendenti si mostravano nettamente favorevoli al cambio di rotta impresso fa Fuortes, altri molto meno. Gli stessi sindacati si sono divisi e Slc-Cgil, Fials-Cisal e Libersind-Confsai hanno confermato la loro mobilitazione e il blocco dell'attività. Tuttavia per ora spettacoli e prove proseguono regolarmente.
Mauro Mariani
Mauro Mariani
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