Le star di Santa Cecilia

Roma: presentata la prossima stagione dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia

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L'Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha presentato i suoi programmi per il 2017-2018. Il fulcro di quest'attività è la stagione sinfonica, con 28 concerti in abbonamento, ognuno replicato di norma tre volte: i protagonisti assoluti sono sono l'orchestra, il coro e il direttore musicale Antonio Pappano, che dirigerà con l'opera "Re Ruggero" di Szymanowski, eseguita in forma di concerto, e altri otto programmi, tra cui spiccano quelli con la Sinfonie n. 6 e n. 9 di Mahler e i due dedicati a Bernstein, con le sue tre Sinfonie e altro, a cento anni dalla nascita. Da quest'anno c'è anche un direttore principale ospite, il finlandese Mikko Franck, che esordirà con un omaggio al suo compatriota Rautavaara, scomparso lo scorso anno, e poi dirigerà "L'olandese volante" in forma di concerto. Alcuni degli altri direttori tornano regolarmente da decenni, come il direttore onorario Temirkanov, Gergiev (protagonista di un piccolo festival Ciajkovskij, con un concerto dell'orchestra di casa e tre di quella del Marinsky di San Pietroburgo, che eseguirà tutte le Sinfonie) e gli ex direttori principali Gatti e Chung. Altri sono ospiti meno assidui ma comunque ben noti al pubblico romano, come Bychkov, Honeck, Orozco-Estrada, Noseda e Luisotti. Due direttori debuttano a Santa Cecilia ed entrambi provengono dall'Europa dell'est, che continua ad esportare sempre nuovi talenti musicali: sono il polacco Krzysztof Urbanski e la lituana Mirga Grazinyte-Tyla, rara presenza femminile sul podio dell'orchestra romana.

Tra i solisti, da segnalare il ritorno dopo decenni delle violiniste Anne-Sophie Mutter e Kyung-Wha Chung e il debutto del giovanissimo astro nascente del violoncello Edgar Moreau: ciascuno dei tre è impegnato in un pezzo che è un pilastro del repertorio del proprio strumento, rispettivamente i Concerti di Beethoven, Brahms e Dvorak. I programmi dei concerti sinfonici si basano quasi interamente sul grande repertorio dell'Ottocento e del Novecento, una scelta comprensibile, se non obbligata, quando si hanno un'orchestra, un coro e una sala di quelle dimensioni. Ci si spinge anche nel Settecento per qualche cosa di Haydn e Mozart e nel Duemila, ma per tre soli pezzi: "Voci dal silenzio" di Morricone e "Alle vittime senza nome" di Peter Eötvös, dedicati il primo alle vittime degli attentati dell'11 settembre e il secondo ai profughi morti nel Mediterraneo mentre tentavano di raggiungere una vita migliore. Il terzo brano di autore contemporaneo è "Les cités de Lovecraft" di Guillaume Connesson.

Forte di 18 appuntamenti la stagione da camera da una parte si spinge più indietro nel tempo, con un concerto del Coro della Cappella Sistina dedicato alla polifonia rinascimentale e un altro dell'Accademia Barocca di Santa Cecilia dedicato a Vivaldi, ma dall'altra è piuttosto timida sul fronte della musica moderna e contemporanea. Come ha spiegato il presidente Michele Dall'Ongaro, questa stagione punta soprattutto sui gruppi da camera formati da elementi dell'orchestra accademica e su una serie di grandi pianisti, tra cui alcuni sono ospiti pressoché fissi, come Blechacz, Sokolov e la Wang, mentre altri fanno ritorno dopo qualche anno di assenza, come Pollini e Lang Lang. Anche se il pubblico romano non ne è pienamente consapevole, l'Orchestra di Santa Cecilia riceve inviti da tutto il mondo e si esibisce nelle sale da concerto e nei festival più importanti. E non più con musiche solamente italiane - i poemi sinfonici di Respighi e qualche ouverture di Rossini e Verdi - come avveniva in un tempo non poi così lontano. Da maggio 2017 a marzo 2018 saranno 21 i concerti fuori sede. A giugno sarà al Festival di Pentecoste di Salisburgo con Mendelssohn e Wagner, ad agosto al Festival di Gstaad con Mozart e Richard Strauss, a settembre al Festival Enescu di Bucarest con Ciakovskij e Mahler, ad ottobre a New York con Mahler, a gennaio 2018 ad Amburgo, Monaco, Francoforte ed altre città tedesche con Beethoven e Richard Strauss, a marzo ad Abu Dhabi con Brahms e ancora Strauss. Che l'eccellenza dell'orchestra romana sia ampiamente riconosciuta a livello internazionale è confermato anche dall'intensa attività discografica, che nei prossimi mesi prevede le incisioni delle Sinfonie di Bernstein e del Concerto per violino di Brahms. Sempre con Pappano sul podio, naturalmente.

M.M.

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