Buon compleanno, maestro

San Sebastian festeggia gli 85 anni di Luis de Pablo

Recensione
classica
Saltella felice sul palco, l'anziano maestro, abbracciando solista, direttore, quindi si sbraccia a salutare gli orchestrali e poi il pubblico: Luis de Pablo, uno dei compositori simbolo della musica contemporanea spagnola, festeggia i suoi 85 anni con un nuovo concerto per flauto; sul palco dell'Auditorium del Kursaal di San Sebastian, ci sono il nostro flautista, Roberto Fabbriciani accompagnato dall'Orchestra Sinfonica de Euskadi e il direttore José Ramón Encinar. Conosce bene lo strumento, de Pablo: lo aveva iniziato a studiare da giovane, inoltre l'amicizia con uno strumentista come Fabbriciani ha fatto sì che egli potesse coltivare una scrittura estremamente attenta alla gamma dei timbri e delle possibilità espressive dei diversi tipi di flauto. Già, perché, nel Concerto, oltre che al tradizionale flauto in do, il solista alterna un ottavino, un flauto contralto e un grande basso. La cosa che colpisce nello snodarsi degli episodi di questo “Pensieri, rapsodia para flauta y orquesta” è la capacità di amalgamare i timbri, di costruire un'orchestrazione di sonorità che con il solista giocano un ruolo sia mimetico che dialettico. C'è tutta una sapienza di scrittura che evoca Debussy e Varèse, con esiti di rarefazione e densità sonora: gli ottoni con sordina e gli impasti di ance che arrivano a scandagliare le sonorità più basse del controfagotto. De Pablo evita accuratamente il virtuosismo parossistico e i clangori chiassosi di un'orchestra piena. C'è piuttosto un diffuso senso poetico che si snoda, in lunghi soli, di un disegno melodico che si forma gradualmente, denso di mistero, sulle sonorità medio basse, che Fabbriciani colora con un gusto raffinato, finanche a disegnare volute virtuosistiche che non ci sembrano mai fine a sé stesse. La stessa conclusione del concerto è un inciso melodico che, ripetuto ossessivamente, alla fine si spegne nel silenzio, nella voce del flauto basso. E Fabbriciani con la sua sensibilità e la sua esperienza, ottimamente affiancato dalla compagine orchestrale e dalla bacchetta di Encinar, riesce cogliere questi aspetti ed a creare un'atmosfera densa di pathos che coinvolge e appassiona un pubblico attentissimo, che alla fine applaude calorosamente solista, compositore, direttore e orchestra.

Con questo Concerto il catalogo della letteratura contemporanea per flauto sicuramente si arricchisce, assieme alle ultime fatiche che il compositore spagnolo ha dedicato in questi ultimi anni a questo strumento, che sono culminate nel bellissimo cd, uscito recentemente, per la Stradivarius, “Luis de Pablo – per flauto”, sempre con Fabbriciani e con Massimiliano Damerini al pianoforte, dove si può cogliere un analogo tipo di ispirazione linguistica ed espressiva a quella sviluppata nel Concerto, nella forma di lunghe meditazioni dal carattere intimista, specie nelle composizioni per flauto solo; ma anche come un più complesso e articolato pensiero musicale nel brano per flauto e piano “Cuatro fragmentos de 'Kiu'”, di grande intensità.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

L'opera corale al Valli di Reggio Emilia

classica

Napoli: l’Ensemble Mare Nostrum sotto la direzione di Andrea De Carlo e con il soprano Silvia Frigato 

classica

Ad Amsterdam Romeo Castellucci mette in scena “Le lacrime di Eros” su un’antologia di musiche del tardo rinascimento scelte da Raphaël Pichon per l’ensemble Pygmalion