Non è probabilmente stato Nanni Ricordi il vero "inventore dei cantautori", come lo celebrano tutti i giornali in questi giorni. Di certo, è stato il discografico - o l'operatore culturale, si sarebbe detto una volta - le cui intuizioni e la cui sensibilità hanno dato ai cantautori la fisionomia che oggi conosciamo.
Giovane rampollo di Casa Ricordi, a metà anni Cinquanta Carlo Emanuele detto "Nanni" è a New York: l'industria italiana del disco è indietro di più di un decennio rispetto agli americani, e si cercano nuove idee, mentre le grandi multinazionali (la Rca su tutte) cominciano ad aprire le loro filiali in Italia. La Ricordi comincia così a produrre dischi (nel 1958 il primo, la Medea di Cherubini con la Callas). In un sistema dominato dalle edizioni, i primi a cercare di rompere con il modello di profitto che ha funzionato fino a quel momento - più incisioni della stessa canzone da parte di più cantanti, per massimizzare i ricavi editoriali - sono quelli che le edizioni non ce le hanno: la Rca di Roma, che lancia i primi "cantautori", Gianni Meccia, Maria Monti e un pugno di altri, destinati all'oblìo. Siamo nella tarda estate del 1960. La Dischi Ricordi - con Nanni Ricordi e Franco Crepax al timone - risponde immediatamente, facendo sua quella nuova figura "autarchica" che si scrive le canzoni e le canta, così funzionale al nuovo business. Ha già assoldato un pugno di genovesi (Bindi, Paoli, i fratelli Reverberi, Tenco...), ma anche l'istriano Sergio Endrigo e il giovane rocker milanese Giorgio Gaber. Entro il 1961 sfonderanno sul mercato. Sul lungo periodo, sarà il modello di cantautore Ricordi, intimista e raffinato, a vincere.
Nel 1963, mentre il grande boom dei cantautori va scemando sulle spinte dei nuovissimi complessi e del lento arrivo del pop inglese (l'"invasione" dei Beatles sarà l'anno successivo), Ricordi passa alla rivale Rca, portandosi dietro Paoli ed Endrigo, e dove incontrerà e produrrà nuovi maestri come Paolo Conte (che esordisce per la Rca a metà anni Settanta).
Nel 1964, Ricordi contribuisce al lento avvicinamento della cultura di sinistra, della canzone di protesta, all'odiato mondo della discografia e - contemporaneamente - alla cultura "alta": è dietro le quinte della storica partecipazione di Bella Ciao del Nuovo Canzoniere Italiano al Festival dei Due Mondi di Spoleto, che rimarrà celebre per le contestazioni a "O Gorizia", dimostrando a tutti la potenza delle canzoni nella lotta politica e nell'impegno civile. Un ruolo che gli verrà riconosciuto, insieme a quello di pioniere della discografia, nel 1974, quando riceverà il primo Premio Tenco per l'operatore culturale, nel corso della prima edizione della rassegna sanremese.
La sua attività continua nella seconda metà del decennio con la sua etichetta Ultima Spiaggia, per cui incidono cantautori come Jannacci, Ricky Gianco, Gianfranco Manfredi, Claudio Lolli...: uno dei più interessanti esperimenti di discografia indipendente nell'Italia degli anni Settanta, parzialmente fallito; e poi negli anni Ottanta, nuovamente con la Ricordi e la CGD.
Nanni Ricordi, e con lui personaggi come Franco Crepax, Ennio Melis, Enzo Micocci, era dietro le quinte della prima - e forse unica - piccola "rivoluzione" della popular music nazionale: quella dei cantautori. Quelle scelte, quel sound, quelle parole sono ancora oggi l'immagine acustica della miglior canzone italiana, il modello imprescindibile con cui tutti dobbiamo confrontarci, nel bene e nel male.
Giovane rampollo di Casa Ricordi, a metà anni Cinquanta Carlo Emanuele detto "Nanni" è a New York: l'industria italiana del disco è indietro di più di un decennio rispetto agli americani, e si cercano nuove idee, mentre le grandi multinazionali (la Rca su tutte) cominciano ad aprire le loro filiali in Italia. La Ricordi comincia così a produrre dischi (nel 1958 il primo, la Medea di Cherubini con la Callas). In un sistema dominato dalle edizioni, i primi a cercare di rompere con il modello di profitto che ha funzionato fino a quel momento - più incisioni della stessa canzone da parte di più cantanti, per massimizzare i ricavi editoriali - sono quelli che le edizioni non ce le hanno: la Rca di Roma, che lancia i primi "cantautori", Gianni Meccia, Maria Monti e un pugno di altri, destinati all'oblìo. Siamo nella tarda estate del 1960. La Dischi Ricordi - con Nanni Ricordi e Franco Crepax al timone - risponde immediatamente, facendo sua quella nuova figura "autarchica" che si scrive le canzoni e le canta, così funzionale al nuovo business. Ha già assoldato un pugno di genovesi (Bindi, Paoli, i fratelli Reverberi, Tenco...), ma anche l'istriano Sergio Endrigo e il giovane rocker milanese Giorgio Gaber. Entro il 1961 sfonderanno sul mercato. Sul lungo periodo, sarà il modello di cantautore Ricordi, intimista e raffinato, a vincere.
Nel 1963, mentre il grande boom dei cantautori va scemando sulle spinte dei nuovissimi complessi e del lento arrivo del pop inglese (l'"invasione" dei Beatles sarà l'anno successivo), Ricordi passa alla rivale Rca, portandosi dietro Paoli ed Endrigo, e dove incontrerà e produrrà nuovi maestri come Paolo Conte (che esordisce per la Rca a metà anni Settanta).
Nel 1964, Ricordi contribuisce al lento avvicinamento della cultura di sinistra, della canzone di protesta, all'odiato mondo della discografia e - contemporaneamente - alla cultura "alta": è dietro le quinte della storica partecipazione di Bella Ciao del Nuovo Canzoniere Italiano al Festival dei Due Mondi di Spoleto, che rimarrà celebre per le contestazioni a "O Gorizia", dimostrando a tutti la potenza delle canzoni nella lotta politica e nell'impegno civile. Un ruolo che gli verrà riconosciuto, insieme a quello di pioniere della discografia, nel 1974, quando riceverà il primo Premio Tenco per l'operatore culturale, nel corso della prima edizione della rassegna sanremese.
La sua attività continua nella seconda metà del decennio con la sua etichetta Ultima Spiaggia, per cui incidono cantautori come Jannacci, Ricky Gianco, Gianfranco Manfredi, Claudio Lolli...: uno dei più interessanti esperimenti di discografia indipendente nell'Italia degli anni Settanta, parzialmente fallito; e poi negli anni Ottanta, nuovamente con la Ricordi e la CGD.
Nanni Ricordi, e con lui personaggi come Franco Crepax, Ennio Melis, Enzo Micocci, era dietro le quinte della prima - e forse unica - piccola "rivoluzione" della popular music nazionale: quella dei cantautori. Quelle scelte, quel sound, quelle parole sono ancora oggi l'immagine acustica della miglior canzone italiana, il modello imprescindibile con cui tutti dobbiamo confrontarci, nel bene e nel male.