Alan Light
What happened, Miss Simone?
Milano, il Saggiatore 2016, 280 pp., 24 €
Le biografie degli artisti potranno anche avervi stufato, ma ci sono vite che meritano veramente di essere raccontate. Vite che si sono modellate, fin dall’inizio, su una costruzione romanzesca, di cadute e risalite, di rivincite e grandi sconfitte, e che – come nei migliori romanzi – hanno sullo sfondo la Storia, i grandi avvenimenti che hanno plasmato il nostro presente e che di tanto in tanto fanno capolino in primo piano prendendosi la scena.
Questo è What happened, Miss Simone?, l’eccezionale biografia di Nina Simone compilata dal critico musicale Alan Light, nata a complemento dell’omonimo documentario di Liz Garbus candidato agli Oscar. La tormentata storia della “High Priestess of Soul” comincia quando si rivela come la bambina prodigio – ancora con il nome di Eunice Waymon – di Tryon, North Carolina. La dolorosa scoperta della segregazione razziale, l’accondiscendenza e l’affetto dei suoi insegnanti, l’amore per uomini violenti o assenti, il rapporto con i suoi musicisti, i capricci da diva (prima e dopo esserlo diventato), il sogno di diventare la più grande pianista classica afroamericana… fino alla consacrazione come icona black e alla fuga dagli Stati Uniti post-I Have a Dream, Light racconta la storia di Nina Simone lasciando spesso la parola ad amici e parenti, con una scrittura che avvince e conquista. Come un romanzo.
Massimo Padalino
Space Is the Place. Storie di spazio, storie di spazi
Bologna, Meridiano Zero 2016, 656 pp., 32 €
Da Tutankhamon si passa a Sun Ra, e si crede di aver capito che cosa sta succedendo. Poi arrivano Leibniz, Cioran, Schönberg, Leon Theremin, Hindemith, i Ventures… e l’impasto impazzisce. Space Is the Place, il lavoro di Massimo Padalino uscito a inizio 2016, è una bizzarra opera-mondo che segue i percorsi – o meglio le orbite – fra musica e spazio profondo. Si tratta di orbite personalissime, e unicamente dell’autore: insomma, non aspettatevi un testo sistematico… Sun Ra è il nume tutelare, ma il libro – davvero – prende il volo, fra visioni mistiche e ricadute terrene, fra Hildegard von Bingen e i Kraftwerk. Lo stile è Seventies, da Bertoncelli della prima ora: il che può essere o non essere un punto a favore, a seconda che apprezziate o meno uno stile colloquiale e ricco di inventiva, o frasi come “Emil Cioran la sa lunga” o “un tipo pieno di sorprese come Skrjabin”…
Da leggere immergendosi completamente (floating in space…), o da consultare nei ritagli di tempo per trovare musica nuova e nuovi spunti d’ascolto: nel babelico lavoro di Padalino è in effetti difficile non scovare qualcosa di interessante o di sconosciuto. A pagina 590, non foste soddisfatti, arriva un ulteriore elenco di “Altri 500 dischi tutti da scoprire”. Borgesiano.
Neri Pollastri
Riccardo Tesi. Una vita a bottoni
Roma, squi[libri] 2016, 308 pp., 22 € (con CD allegato)
Il critico e filosofo Neri Pollastri è la penna dietro questa bella biografia di Riccardo Tesi. Una lunga intervista, più che altro, in cui Tesi ha ripercorso la sua lunga carriera di organettista e compositore, dagli esordi (quasi per caso) a fianco di Caterina Bueno fino alle esperienze con Patrick Vaillant, Gianluigi Trovesi, i Ritmia, Ivano Fossati e Fabrizio De Andrè... fino a Banditaliana e ai recenti lavori in solo e con il progetto del nuovo Bella Ciao. Al di là della componente aneddotica e biografica – il cui interesse è direttamente proporzionale a quello del lettore nei confronti delle musiche folk e world in Italia – il libro ha un grande pregio: ricostruisce, dal punto di vista privilegiato di uno dei suoi protagonisti, una lunga fase della musica italiana che raramente ha avuto spazio sui libri. E i cui documenti sonori, spesso a causa di una distribuzione “informale”, e del poco appeal di cui gode oggi il formato-CD, rischiano di sparire (paradossalmente) molto più di quelli del periodo precedente: sono i protagonisti degli anni Sessanta e Settanta del folk italiano a essersi raccontati e a essere rimasti nella memoria collettiva del folk revival.
Per gli studiosi e gli appassionati, un libro da avere – e magari da rileggere fra dieci anni, come tassello importante di una storia ancora tutta da scrivere.
Gianfranco Salvatore
I primi 4 secondi di Revolver. La cultura pop degli anni sessanta e la crisi della canzone
Torino, EDT 2016, 448 pp., 25 €
“Lo scopo di questo libro è di dar conto di una quantità di nuovi interessi, sia culturali che esistenziali, della generazione che si trovò a compiere vent’anni durante gli anni Sessanta, e di mostrare come tali interessi fecero diventare inadeguato il modo in cui fino a quel momento la popular music, cioè l’espressione musicale delle culture popolari urbane, aveva concepito e costruito il suo modo di esprimersi attraverso le canzoni”.
Da qui parte Gianfranco Salvatore, docente all’Università del Salento e apprezzato saggista con libri da Battisti a Zappa, nella sua indagine sulla cultura pop degli anni Sessanta. Un percorso “a spirale”, che muove dall’infinitamente piccolo (i 4 secondi di “count-in” e rumori elettronici che aprono Revolver) fino ad abbracciare l’intera genesi della cultura pop così come la conosciamo… Un percorso affascinante, che affronta i Beatles e la loro acculturazione, la fascinazione dei giovani musicisti inglesi per il blues americano e per la musica indiana, i rapporti con le altre arti, e che cala il tutto nel più ampio contesto di relazioni, idee, proposte e fermenti caratterizzano gli anni Sessanta, e che hanno contribuito a costruire il nostro presente. I primi 4 secondi di Revolver è adatto anche ai lettori esperti di musiche colte e contemporanee che poco sanno di popular music, e che vogliono approfondire la saggistica sul tema (e un pezzo fondamentale della storia del Novecento).
David Bowie
Sono l’uomo delle stelle. Vita, arte e leggenda dell’ultima icona pop
Milano, il Saggiatore 2016, 470 pp., 24 €
La morte di David Bowie ha riportate in auge il mito del Duca Bianco e delle sue infinite (re)incarnazioni. Sulla scia del rinnovato interesse da parte del pubblico di tutto il mondo, il Saggiatore pubblica questa interessante raccolta di interviste e scritti critici, che copre l’intera carriera del cantante, con l’eccezione dell’ultimo lavoro Blackstar. Il libro sarà particolarmente apprezzato dai fan, che potranno ripercorrere decenni di mutazioni artistiche e stilistiche dal privilegiato punto di osservazione dei giornalisti che hanno incontrato Bowie… ma Sono l’uomo delle stelle è anche un utile documento per comprendere il pensiero di una indiscussa icona della cultura pop, ora che la sua storia (almeno in questa dimensione) è terminata.
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