Il jazz di marzo

Da Paolo Fresu a Mary Halvorson e Sylvie Courvoisier, i dischi jazz del mese da scoprire (in 10 comode pillole)

Articolo
jazz

Kneebody, Anti-Hero (Motema Music)

Reduce dalla felice collaborazione con Daedalus, torna il quintetto elettrico più trasversale e hip del momento. Per le generazioni più giovani, per le quali le distinzioni di genere sono questione da lasciare a anziani e pedanti (non hanno mica torto, talvolta…) la musica del trombettista Shane Endsley e soci è una boccata di aria fresca e nuova. Anche a chi è più avvezzo alle sonorità conviene respirare a pieni polmoni. Balsamico.

Chicago/London Underground – A Night Walking Through Mirrors(Cuneiform)

Il Chicago Underground Duo (Rob Mazurek alla cornetta e elettronica, Chad Taylor alle percussioni) sbarca in terra d’Albione e fa comunella con due dei più stratosferici jazzisti di quelle lande, il tastierista Alexander Hawkins e il contrabbassista John Edwards. Registrata in quel vero e proprio “tempio” della musica avant che è il Café Oto, la musica di questo disco sembra benedetta da Sun Ra. Cosmica e liquida, tribale e politica («questa è musica di protesta!» ci ricorda Mazurek…), per viaggi pieni di stelle accese. Energetico.

Cameron Graves – Planetary Prince (Mack Avenue)

Della “gang” dei Thundercat e Kamasi Washington, il West Coast Get Down, Cameron Graves è il pianista dinamico e “astrale” (tra le sue ispirazioni il libro di Urantia che già aveva ammaliato un visionario come Stockhausen). Insieme agli immancabili compagni di avventura ha disegnato un disco di fusion 2.0, muscolare e trasversale, un po’ sbruffone, di quelli che fanno storcere il naso ai puristi e muovere le gambe a chi la musica l’ascolta anche con il corpo. Ginnico.

Paolo Fresu & Uri Caine – Two Minuettos (Tuk Music)

Si respira una complicità un po’ cameratesca da vecchi amici, in questo live milanese della ormai rodata coppia Fresu & Caine. Può essere Bach o Gershwin, Mahler o Lucio Dalla, Joni Mitchell o il barocco di Barbara Strozzi (tutte cose in scaletta, eh…), i due ci sanno giocare con dolcezza e fantasia, riaccendendone il potenziale melodico, senza voler stravolgere né disturbare. Rassicurante.

John Abercrombie Quartet – Up And Coming (ECM)

Inconfondibile e raffinato è anche il suono del quartetto del chitarrista John Abercrombie, completato dal piano di Marc Copland e dalla ritmica stellare Gress/Baron. Ci si muove leggeri come in una tessitura ariosa tra le corde del leader e le obliquità (a volte sottovalutate) del pianoforte. Nuvola di polverina magica da cui spunta anche una fantasmatica versione di un classico di Bill Evans (ma la firma è di Miles) come "Nardis". Telepatico.

Sylvie Courvoisier & Mary Halvorson – Crop Circles (Relative Pitch)

Se ci fosse ancora qualcuno convinto che il jazz e l’improvvisazione più creative sia un affare da “uomini”, si accomodi. Due delle più originali musicista attive sulla scena newyorkese, la svizzera Courvoisier al piano e la Halvorson alla chitarra, uniscono le forze per esplorare mondi sonori che possono essere abrasivi o dolcissimi, ma sempre sorprendenti. Come da ogni vera donna che si rispetti, non si può mai essere sicuri della prossima mossa. Per fortuna. Femminile.

Giorgio Pacorig & Massimo de Mattia – Blue Fire (Klopotec)

Un lungo, visionario, viaggio senza soste (oltre 42 minuti), ricco di piccoli e grandi accadimenti. Lo offrono Pacorig al pianoforte e De Mattia al flauto, due tra i nostri esploratori sonori più sensibili e originali. Siamo qui in territori la cui vegetazione ricorda molto quella della contemporanea colta (la differenza sta nel fatto che qui le piante sono ben verdi, mentre colà a volte sembrano sofferenti), prendere o lasciare, l’ideale è abbandonarsi al flusso. Sciamanico.

Nguyên Lê & Ngô Hong Quang – Ha Noi Duo (ACT Music)

La chitarra cosmopolita e iridescente di Nguyên Lê incontra la tradizione del “suo” Vietnam, dialogando con la voce e gli strumenti a corda di Ngô Hồng Quang. Molti amici (anche Paolo Fresu) impreziosiscono il viaggio, sospeso tra passato e futuro, affascinante come ogni geografia in fondo immaginaria. Globale.

Carlos Bica & Azul – More Than This (Clean Feed)

Il contrabbassista portoghese Carlos Bica ha costruito il magnifico trio Azul con la chitarra di Frank Möbus e la batteria di Jim Black oltre vent’anni fa. La musica rimane ancora freschissima, come testimonia questo bel disco ricco di cantabilità e di zigzagante elettricità. Istintivo.

Colin Vallon Trio – Danse (ECM)

Che densità e ricchezza melodica quella che il pianista svizzero Colin Vallon mette nella propria musica. Merito anche dei suoi compagni di avventura, il contrabbassista Patrice Moret e quel vero e proprio genio delle percussioni che è Julian Sartorius. Se la formula del piano trio è stata esplorata ormai in quasi ogni sua possibilità, Vallon sceglie di ridisegnare con spontaneità gli accenti più interessanti dell’approccio contemporaneo alla formazione. Fresco.

Se hai letto questo articolo, ti potrebbero interessare anche

jazz

Sassofonista e compositore, se ne è andato a 95 anni Benny Golson

jazz

Pubblicata l’edizione italiana del volume postumo curato da Daniela Veronesi

jazz

Con sei appuntamenti sulla terrazza dell’Hotel Carlton, dal 4 luglio al 12 settembre la rassegna Women For Freedom In Jazz offre nuova voce alle donne in difficoltà