Ben Frost
Music from Fortitude
Mute
A qualcuno (forse anche a qualcuno del casting) non deve essere sfuggita l’ironia del nome: un musicista elettronico di nome Frost che firma la colonna sonora di una serie TV incentrata sul ghiaccio…
Fortitude, di cui è da poco terminata la seconda stagione, è una serie TV inglese (in Italia la trasmette Sky): interamente ambientata nell’immaginaria e gelida cittadina omonima, nelle Svalbard norvegesi (ma in realtà le scene all’aperto sono girate in Islanda, a Reyðarfjörður), Fortitude è uno psico-noir-thriller piuttosto ben concepito (soprattutto nella prima stagione), che mescola atmosfere da noir scandinavo, soprannaturale, suspense e qualche deriva splatter (soprattutto nella seconda serie). Tutto ruota intorno a una serie di misteriose morti nella microcomunità della cittadina… e niente spoiler.
Parte del fascino e della suspense della serie è certo dovuto alla sua musica (oltre alla presenza di Stanley Tucci nella prima stagione), composta appunto da Ben Frost. Frost, australiano trapiantato a Reykjavík, è autore di un’elettronica particolare, molto riconoscibile nei suoni e nella sintassi, che mescola minimalismo, glitch, algido rigore nordico, cavalcate post-rock e una propulsione percussiva tribale, poliritmica, quasi “africana”: A U R O R A, del 2014, concepito dopo un viaggio in Congo e acclamato dalla critica, è la summa del suo stile (recuperatelo nel caso non lo aveste ancora incontrato).
Stile che non si fatica a ritrovare nelle musiche per Fortitude, per quanto la destinazione d’uso non permetta le forme lunghe che erano il punto di forza di altri lavori, e si ascoltino piuttosto brandelli da un paio di minuti ciascuno: glitch elettronici, disturbi, archi, suoni digitali e analogici, cori alla Arvo Pärt, rumori… Già messosi alla prova con Music for Solaris (insieme a Daníel Bjarnason, ispirato al film e a libro omonimi), Frost non ha nessuna difficoltà nel comporre musica profondamente inquietante, perfettamente adeguata tanto all’ambiente naturale della serie – le grandi distese del ghiaccio artico – quanto al pericolo che cova sotto la sua superficie.
Completa, come ciliegina su questa gelida torta, una algida cover di “Tainted Love” affidata alla voce (più pochi suoni elettronici) della svedese Mariam Wallentin. Che con i suoi Wildbirds & Peacedrums aveva anche firmato la sigla iniziale di Fortitude, l’ipnotica “Peeling Off The Layers” (inclusa in Rivers, album del 2010 del duo svedese cui aveva collaborato lo stesso Ben Frost).