Un Comitato per il Fus

49 associazioni scrivono al Governo

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Nella sala della Federazione Nazionale della Stampa a Roma, gremita di giornalisti, si è svolto il 19 gennaio un incontro del Comitato per la libertà e il diritto all'informazione, alla cultura e allo spettacolo, che presenterà in Parlamento un documento di protesta contro i tagli di bilancio da parte del Governo. Firmatarie del documento sono 49 associazioni che raccolgono lavoratori del mondo del cinema, dello spettacolo, della musica, dell'editoria, della danza e del teatro, giustamente preoccupati per le sorti della cultura in Italia e per la prima volta decisi a lottare insieme. Accanto a Santo Della Volpe, moderatore dell'incontro, sono intervenuti Gaetano Azzariti, costituzionalista, il regista Emidio Greco, consigliere dell'ANAC, l'attrice Paola Gassman, il ricercatore Massimiliano Tabusi, membro della Rete29aprile, Roberto Natale, presidente riconfermato della Federazione Stampa e per la musica Gisella Belgeri, presidente del Cemat. Belgeri (nella foto) ha denunciato lo stato di "pura sopravvivenza" della maggior parte delle realtà musicali italiane e la fuga desolante dei giovani artisti italiani all'estero, in cerca di migliori opportunità. Durante l'incontro è stato posto in evidenza, numeri alla mano, come in altri paesi europei, in Francia o in Germania, la crisi economica internazionale non sia stata motivo di tagli indiscriminati al settore dell'istruzione e della cultura ma al contrario abbia imposto maggiori investimenti. Nel documento il Comitato chiede il reintegro del FUS almeno ai livelli del 2008 e del Fondo per l'Editoria nonché il riconoscimento dell'importanza di Tax Credit e Tax Shelter per il comparto cinematografico. Si chiede inoltre l' apertura di tavoli di concertazione interministeriale per poter studiare forme di investimento nella cultura. Il Comitato è deciso ad andare fino in fondo: nel caso in cui il Governo e il Parlamento italiani non dimostrino segnali di apertura, si rivolgerà al Parlamento Europeo per segnalare la difformità delle politiche culturali italiane dalle indicazioni generali, valide per tutti gli stati membri. In particolare per il settore musicale il Comitato chiede politiche per l' accesso al lavoro, l'assistenza e la previdenza dei lavoratori dello spettacolo, la promozione della cultura musicale nelle scuole e delle produzioni di artisti italiani all'estero, politiche per l'incentivazione della produzione di nuove opere musicali italiane e incentivi per l'acquisto di strumenti musicali. (d.g.)

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